Nel 2007 giunge a compimento la richiesta inoltrata qualche anno prima dalla Slovacchia, per l’iscrizione delle foreste vetuste, presenti in alcun aree dei Carpazi, comprese tra la Slovacchia e l’Ucraina, tra i siti UNESCO patrimonio dell’umanità. Il sito, quindi, si configura da subito come seriale e transnazionale. Nel 2011 all’iscrizione viene ammessa anche la Germania, cosicché, il sito diviene composto da 15 foreste vetuste.
Nel 2017 il patrimonio dell’umanità si arricchisce di altri Stati ed altre foreste, sono quelle dell’Albania, dell’Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Italia, Slovenia e Spagna ed è complessivamente composto da 77 parti in 12 paesi europei.
Il riconoscimento è stato attribuito in base alla straordinaria importanza scientifica di queste aree. Complessivamente, infatti, il sito rappresenta uno straordinario esempio di foreste non disturbate dall’antropizzazione che si sono sviluppate dopo la fine dell’ultima era glaciale, partendo da poche aree isolate nelle Alpi, Carpazi e Pirenei, in un periodo di poche centinaia di anni, con un processo che è ancora in corso. L’espansione in un intero continente è stata resa possibile grazie all’adattabilità del faggio ed alla sua tolleranza alle diverse condizioni climatiche, geografiche e fisiche. Queste faggete vetuste, esempi di foreste primarie, santuari i cui alberi, in alcune zone, raggiungono quasi i 600 anni di età, come ad esempio nella Valle Cervara, sono indispensabili per comprendere la storia e l’evoluzione del faggio, che si è diffuso in tutte le altitudini, dalle zone costiere alle montagne, partendo dalle originarie aree glaciali dell’Europa sud orientale ed espandendosi verso l’Europa nord occidentale.
I cambiamenti più recenti nel criterio di distribuzione di queste specie sono connesse agli influssi del disturbo dell’uomo ed ai più complessi effetti indotti antropologicamente sul cambiamento climatico. Sia gli schemi di distribuzione più antichi, che quelli attuali, rappresentano naturali strategie di evoluzione adottate dai faggi per adattarsi e sopravvivere al cambiamento ambientale.
La predominanza di questi alberi attraverso estese aree dell’Europa è una testimonianza vivente del loro adattamento genetico.
Nel 2017 molti erano i siti concorrenti sia a livello europeo, che italiano. Sulla base della corrispondenza ai criteri stabiliti dall’UNESCO per l’attribuzione di questo riconoscimento, sono state incluse le seguenti faggete italiane:
Valle Cervara – Villavallelonga, Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Selva Moricento – Lecce nei Marsi, Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Coppo del Morto – Pescasseroli, Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Coppo del Principe – Pescasseroli, Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Val Fondillo – Opi, Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Cozzo Ferriero, Parco Nazionale del Pollino (Potenza)
Foresta Umbra, Parco Nazionale del Gargano
Monte Cimino (Viterbo)
Monte Raschio (Oriolo Romano, Viterbo)
Sasso Fratino, Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha lavorato intensamente ed a stretto contatto con l’Università della Tuscia in un processo scientifico ed amministrativo, lungo e complesso, che si è concluso con l’attribuzione del riconoscimento.
Per comprenderne l’importanza basti considerare che in Italia sono 54 in tutto i siti UNESCO riconosciuti patrimonio dell’umanità: 49 quelli di valenza definita “culturale”, solo 5 quelli “naturali”. Tra questi cinque sono ricomprese anche quelle faggete vetuste presenti nel territorio abruzzese.
Il primo dicembre a partire dalle 9 e 30 si svolgerà ad Avezzano, presso il Teatro dei Marsi, il Convegno organizzato dal ‘Comitato per la tutela e la conservazione del patrimonio naturale di Villavallelonga’, finalizzato a divulgare la conoscenza, nel nostro territorio, non solo della bellezza di questi siti, ma anche della loro straordinaria importanza, sotto il profilo scientifico e naturalistico. Saranno presenti, quali relatori, il Professor Gianluca Piovesan dell’Università della Tuscia che tratterà, nello specifico, della foresta vetusta di Valle Cervara; la dottoressa Cinzia Sulli ed il dottor Carmelo Gentile per il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, illustreranno l’importanza, sotto il profilo scientifico e naturalistico, del riconoscimento delle foreste vetuste quale patrimonio dell’umanità; il Colonnello Raffaele Manicone, Comandante Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, illustrerà la gestione delle foreste vetuste da parte dei carabinieri forestali nel casentino e nella foresta umbra; il dottor Gabriele Guidolotti del CNR, su la faggeta e il ciclo del carbonio: il ruolo delle foreste vetuste. Sarà, inoltre presente il Presidente dell’Ente Parco, Antonio Carrara, nel dibattito che seguirà con il pubblico e per la chiusura dei lavori. Particolare attenzione è stata riservata alle scuole, infatti tra i relatori vi saranno anche gli studenti della VP del Liceo Scientifico Vitruvio Pollione di Avezzano, quelli della 3AT dell’Istituto Tecnico Agrario del Serpieri, nonché, quelli della IVA, dell’Istituto Tecnico Agrario Giovanni Falcone di Pozzuoli.
Il collegamento con la Campania è dovuto alla figura del botanico e naturalista, di levatura internazionale, Loreto Grande, nativo di Villavallelonga. Questi, strenue difensore dell’ecosistema, nell’arco della sua vita ha lavorato anche presso l’orto botanico di Napoli e l’Università Federico II conserva una parte del suo archivio. Gli studenti della 3C, dell’Istituto comprensivo di Trasacco, hanno realizzato uno specifico progetto sulla sua figura, che ha partecipato all’edizione 2016-2017 del concorso regionale “Abruzzesi Illustri”, ricevendo la Menzione Speciale Elaborato Multimediale “Un abruzzese illustre”. Saranno loro, pertanto, a parlarcene nel convegno. La collaborazione tra Ente Parco, Comune di Avezzano, Comune di Napoli e CNR è finalizzata alla realizzazione di ulteriori e diversi progetti, anche da parte degli altri Istituti Scolastici di Avezzano e di Napoli, coinvolti, a rotazione, nella loro elaborazione. Per tale motivo, oltre le classi che partecipano, in questo primo step, come relatori, saranno presenti delegazioni di studenti anche delle altre scuole superiori di Avezzano.
Il convegno ha l’ambizione di rientrare, a pieno titolo, all’interno della logica che ispira l’Agenda 2030 dell’ONU. Tale documento, pubblicato il 14.07.2016, determina gli impegni sullo sviluppo sostenibile che dovranno essere realizzati entro il 2030, individuando 17 obiettivi globali. Per quanto concerne il nostro pianeta gli Stati membri si sono dichiarati determinati a proteggerlo dalla degradazione, sia attraverso un consumo delle sue risorse ed una produzione sostenibili, sia mediante l’adozione di azioni urgenti per contrastare il cambiamento climatico, affinché il nostro pianeta possa supportare i bisogni delle generazioni presenti e future. Il convegno è incentrato su due temi: “Le foreste vetuste un patrimonio comune da tutelare, conoscere, divulgare”, nella sessione della mattina, di cui si è già parlato. La sessione pomeridiana dalle 15.00 alle 17.30 sarà dedicata al tema “Le foreste vetuste: un riferimento culturale per la gestione sistemica dei nostri boschi”. Sempre centrati sull’obiettivo della conservazione dell’ambiente e della ricerca dell’equilibrio tra conservazione e sviluppo sostenibile, il Comitato intende approfondire il nuovo testo unico forestale per evidenziarne aspetti positivi e possibili criticità da superare eventualmente con i decreti attuativi che il TUF prevede. Relatori di questa seconda sessione, già accreditata presso l’ordine dei dottori Agronomi e Forestali della Provincia di L’Aquila e la sua Federazione Regionale, saranno: il Generale D. Davide De Laurentis, Comandante Comando Carabinieri Biodiversità e Parchi, il Prof. Marco Marchetti dell’Università del Molise, il Prof. Bartolomeo Schirone dell’Università della Tuscia. Seguirà alle loro relazioni una tavola rotonda, con la partecipazione del dottor Antonio Carrara, Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Dr. Francesco Contu, Responsabile Servizio Tutela Ecosistemi Forestali – Regione Abruzzo, Dr. Serafino Di Profio, Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di L’Aquila. Un momento di confronto, dunque, fra tecnici e istituzioni, al fine di definire un decalogo di iniziative utili a migliorare la gestione forestale.
Tali argomenti sono stati concepiti come spunto di riflessione, sia sull’importanza della conoscenza del nostro patrimonio naturale, che su quello dell’esigenza della sua tutela, affinché ogni persona, percependo come un bene prezioso e comune tale patrimonio, se ne senta anche responsabile. L’ottica è chiaramente quella di favorire ed instaurare una positiva collaborazione sinergica tra singoli, soggetti privati, Enti, Istituzioni ed Istituti scolastici, per poter realizzare concretamente quelle buone pratiche previste dall’agenda ONU 2030. Il Convegno ha il patrocinio del Comune di Avezzano e di Napoli, dell’Ente Parco, del CNR e del Raggruppamento Carabinieri per la tutela della biodiversità. Da parte del Comitato un sentito ringraziamento, a tutti i relatori, gli istituti scolastici, gli enti e le istituzioni che hanno acconsentito a partecipare, con particolare riferimento al Comune di Avezzano per la sua fattiva collaborazione.
Fonte: Staff comunicazione Comune di Avezzano
Foto di: Terre Marsicane