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Oltre il virus: gli italiani come affrontano la “reclusione domiciliare”?

Dalla creatività dei più piccoli all’aperitivo in salotto via Skype. Fantasia, tecnologia e social i vaccini più efficaci contro paura e noia da quarantena

Oltre il virus: gli italiani come affrontano la “reclusione domiciliare”?

La psicosi da Coronavirus sta travolgendo l’Italia intera. Tra protocolli di contenimento e volontà di reagire, le vite di tutti sono state chiamate a una dura riformulazione della propria quotidianità e dai primi divieti si è passati alla quarantena forzata.
È importante così, di tanto in tanto, mettere da parte la negatività e i brutti pensieri per lasciare spazio a spensieratezza e a qualche sorriso, per combattere la noia e provare a non perdere il buonumore.

Da un lato, ad allietare le giornate degli italiani più piccini, ci pensano tanti colori e arcobaleni con la scritta “Andrà tutto bene”. Messaggi di solidarietà e speranza per cercare di superare questo periodo e lasciarsi alle spalle la noia dei giorni chiusi in casa, dando sfogo alla propria fantasia.

Dall’altro anche i più grandi cercano un diversivo per superare questo periodo. Arrivano in soccorso tecnologia e social che abbattono ogni tipo di distanza e mantengono attiva la comunicazione, un ottimo antidoto alla solitudine da quarantena. I social restano un punto di osservazione privilegiato per capire come ogni persona stia affrontando questo momento, ma anche un luogo per sdrammatizzare la grande difficoltà attuale.

Ed ecco così che spopolano sul web le challenge solidali e divertenti, dal palleggiare con oggetti inusuali a sfide culinarie. Per chi pensa alla linea corsetta sul posto, qualche addominale o flessione, il tutto immancabilmente via Skype. C’è chi invece ha deciso di trasformare l’aperitivo in un brindisi virtuale e chi non rinuncia alle feste di compleanno, grazie alle piattaforme più utilizzate come Whatsapp, Instagam e Facetime.

Da Nord a Sud, infine, è la musica la terapia scelta contro la paura. In tempi di #iorestoacasa gli italiani, tutti insieme a cantare, ma ciascuno a casa propria. Il risultato? Una melodia, diversa per ogni quartiere e città, che attraversa le regioni, ora seguendo le note dell’Inno di Mameli, ora canticchiando “Napul’è” di Pino Daniele.

Una settimana, o forse di più, per capire che avremmo dovuto sospendere la vita sociale come l’avevamo vissuta finora e solamente qualche ora per riorganizzarsi mettendo mano a social e tecnologie.

Un’Italia che resiste, unita più che mai. Un’Italia che si fa sentire, via social. E tra un esercizio e l’altro una risata è concessa. L’unico rischio di contagio? L’allegria.

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