Udienze, civili e penali, rinviate a dopo l’11 maggio e termini processuali sospesi fino alla stessa data. Queste le più importanti novità in materia di giustizia, approvate con il Decreto legge liquidità del Consiglio dei Ministri.
Il 12 maggio sarà dunque la prima data disponibile di ripresa dell’attività giurisdizionale, seppure nel rispetto di misure organizzative per evitare assembramenti, da disporsi a cura dei capi degli uffici giudiziari.
Una data che va a sostituire il precedente 16 aprile quale giorno iniziale della “fase due”, in cui si ricominciano a contare i termini e a tenere le udienze.
Ma questo che ripercussioni avrà sull’attività lavorativa degli avvocati?
«Uno dei rischi concreti è quello dell’intasamento dei procedimenti giudiziari con l’allungamento dei tempi di giustizia» così il presidente dell’AIGA Avezzano Fernando Alfonsi.
«L’inevitabile ampia sospensione dell’attività dei tribunali, determinata dall’emergenza Covid-19, provocherà un ingorgo di fascicoli alla ripresa.
Alle cause con udienza già fissata, rinviate d’ufficio in ragione dell’emergenza, si dovranno aggiungere quelle che sarebbero state normalmente iscritte in questo lasso di tempo. Non si può inoltre tralasciare l’ulteriore considerazione che, a seguito dei risvolti che sta producendo e che continuerà a produrre la particolare emergenza, con molta probabilità, nel breve periodo il numero delle nuove cause tenderà ad aumentare.
Altra ulteriore causa di accumulo e di allungamento dei tempi di giustizia sarà data dalla alla fase 2, per ora fino al 30 giugno, in cui i capi degli uffici dovranno evitare l’affollamento con misure che vanno dalla limitazione degli orari di apertura all’ulteriore rinvio delle udienze.
Non si tornerà presto alla normalità, in quanto, i capi degli uffici giudiziari, consapevoli che l’affollamento dei palazzi di giustizia non è compatibile con le distanze da rispettare per contenere il contagio, stanno lavorando per la fase 2 a provvedimenti che limitano l’accesso alle aule.
L’effetto, inevitabile, sarà una riduzione degli affari trattati, perché molte attività non possono essere svolte senza la presenza delle parti e degli operatori della giustizia».
La crisi Covid-19 ha spinto il ricorso alle udienze telematiche, per le quali non mancano difficoltà e nodi da sciogliere a cominciare dall’impossibilità di assumere, in videoconferenza, testimonianze o dichiarazioni di consulenti e periti.
«Una soluzione, anche se molto limitata, potrebbe essere quella di agevolare e incentivare l’utilizzo degli istituti della mediazione e della negoziazione assistita, elaborando un pacchetto di proposte per ampliarne il ricorso