“Ignazio Silone, un uomo vissuto nella discrezione e nel rifiuto di ogni forma di esibizionismo in politica, nella letteratura e nella vita, ideali e riflessioni validi ancora oggi”. Così il sindaco di Pescina, Stefano Iualianella, nella rubrica Anci AccaddeDomani per celebrare il grande scrittore a centoventi anni dalla sua nascita.
“Il nostro secolo – commenta il primo cittadino – spiega Silone nel saggio Promiscuità e comunità, sembra essere quello delle masse e della solitudine, gli uomini sono ridotti a una informe spazzatura, ovunque domina il caos. Lo scrittore rivendica invece una comunità che è ordine, armonia, amicizia, spontaneità, fraternità. Silone realizza il profondo bisogno di libertà, di comunità di amicizia, di buon vicinato, ideali che per lui rappresentano l’àncora di salvezza per il genere amano”.
Per il saggista e critico letterario Filippo La Porta, lo scrittore si è sempre dimostrato particolarmente sensibile alla questione meridionale. E’ del 1933 la pubblicazione del romanzo Fontamara, dove fanno da protagoniste le condizioni di estrema povertà dei poveri contadini sfruttati dai proprietari locali, i cafoni del sud del mondo.
Nel 1965, ha visto la luce Uscita di sicurezza, una raccolta di saggi, tra i più importati memoriali politici del secolo scorso.
“Silone – spiega il saggista – è stato oggetto di censura o di discredito perché apparteneva alla terza forza, all’area di democrazia laica schiacciata tra le due chiese simmetriche del nostro Paese, il partito comunista e la democrazia cristiana”. Secondo La Porta, Silone “si è sempre schierato dalla parte dei cafoni, umiliati e offesi e ha sempre pensato che gli umiliati offesi non vanno mai identificati con un partito politico, il suo ideale – conclude il saggista – era di estendere all’intera società l’esigenza etica che nasce nella sfera personale dell’individuo”.
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