Se n’è parlato sabato al convegno nel vicino Comune di Santo Stefano di Sessanio che ha visto il “Cherubino”, gioiello di Calascio e della Baronia di Carapelle, protagonista del dibattito.
“Il ‘Cherubino’ ha avuto molto seguito in questi anni – ha detto Giampiero Verna nel corso dell’incontro – un regista ci ha addirittura proposto un cortometraggio sul nostro gioiello. E ancora un compositore ci ha chiesto di realizzare un’opera musicale, ma la cosa a cui teniamo molto al momento è la realizzazione di una scuola orafa a Calascio per insegnare questo antico mestiere ai giovani”.
“La tradizione è importante – ha aggiunto – ma bisogna sempre accostarla a nuove idee affinché possa durare negli anni. Un altro progetto che intendiamo realizzare è un museo diffuso dove esporre tutti gli oggetti antichi che io e mio fratello abbiamo raccolto nella nostra vita in giro per l’Italia e per il mondo”.
L’iniziativa, organizzata dai fratelli Verna, è stata patrocinata dalla Fondazione Genti d’Abruzzo, dall’Ente mostra dell’Artigianato artistico di Guardiagrele (Chieti), e da Sextantio Group.
Hanno partecipato al dibattito anche Ermanno De Pompeis, conservatore del Museo delle Genti d’Abruzzo, Gianfranco Marsibilio, presidente Ente Mostra dell’Artigianato Artistico di Guardiagrele. Presente anche Annunziata Taraschi, antropologa e anima di Sextantio. A fare gli onori di casa, il sindaco Fabio Santavicca.
Giampiero Verna ha anche raccontato come è nata l’idea del “Cherubino” e le sue fasi di realizzazione. “Il Cherubino è stato pensato quasi 30 anni fa – ha detto – io e mio fratello Fabio volevamo racchiudere in un gioiello, forme e simboli identitari dell’Abruzzo interno. Per realizzarlo abbiamo impiegato sette giorni di lavorazione interamente a mano, con strumenti di saldatura risalenti al 1700”. Questo prezioso viene realizzato soltanto a Calascio, dove i fratelli Verna hanno fondato nel 2005 il Museo del Gioiello che ospita il loro laboratorio orafo.