COMUNICATO STAMPA
La presentazione del libro di Davide Nanni rientra tra gli eventi organizzati dal Capoluogo.it per festeggiare il traguardo dei primi 20 anni di attività. L’incontro, a cui parteciperà l’autore, sarà moderato dalla giornalista Loredana Lombardo.
Il libro si presenta non come semplice manuale o ricettario di cucina: Davide accompagna i lettori in un viaggio emozionate, alla scoperta dei piatti tipici della tradizione abruzzese, imparati dal nonno Angelo quando assieme portavano al pascolo le pecore, fino a quelli più innovativi sperimentati in Italia e all’estero. Il tutto amalgamato senza rigidità e imposizioni, mettendo sempre al centro le persone e le relazioni.
Il giovane chef, popolarissimo sui social con oltre 325 mila followers su Instagram e 107 mila su TikTok gestisce il ristorante di famiglia a Castrovalva, piccolo paesino incastonato nell’Abruzzo interno aquilano, vicino Anversa degli Abruzzi, “Locanda Nido d’Aquila”.
Ospite fisso del programma di Antonella Clerici “È sempre mezzogiorno!”, sui social, a suon di “J so wild”, il motto che per lui rappresenta uno stile di vita e lo ha reso famoso, porta avanti la sua idea di anticonformismo, semplicità e purezza. Ogni settimana sceglie 2 ricette prese dalla tradizione rurale abruzzese, alcune rivisitate in chiave moderna, da cucinare all’aperto, tra i boschi, in modo semplice e “wild” lasciando letteralmente a bocca aperta i suoi ospiti e gli utenti di TikTok e Instagram. Come utensili ci sono le pentole di una volta, quelle che le nonne conservavano sopra la cucina economica; non può mancare la “sparra” di legno, che ricorda sempre storie antiche, il matterello, “la cucchiara” e il suo amico del cuore, il bastoncino “lilletto” con cui lo chef fa praticamente tutto: gira la pasta, ammassa, mescola gli ingredienti.
Prima di raggiungere il successo, ha affrontato una dura gavetta e un profondo percorso interiore.
Cresciuto a Castrovalva, piccolo paesino di 15 abitanti, Davide si è fatto strada nel mondo della cucina lottando contro gli stereotipi e cercando di non scendere mai a compromessi con se stesso e con i suoi valori. Non è stato un percorso facile, soprattutto dopo le esperienze nei ristoranti di Londra, Roma e degli Stati Uniti, in cui ha toccato con mano il bello e il brutto del mondo della ristorazione. Ma il destino l’ha riportato in Abruzzo, alle sue radici. E quando ha smesso di rincorrere un ideale che non gli apparteneva, la vita l’ha premiato. “La mia felicità era intorno a me, ma ero cieco. Ho dovuto fare altre esperienze per poter vedere che la ricchezza era sempre stata lì, davanti ai miei occhi”, spiega il giovane chef.
“Il libro è stato scritto con l’obiettivo di raccontare un viaggio culinario dai piatti tipici della tradizione a quelli più innovativi, il tutto amalgamato “a sentimento”, mettendo sempre al centro le persone e le relazioni sincere e libere. Un percorso in un universo di gusti intensi e precisi: una cucina fatta di semplicità e di sapori forti, di pastori e di donne che tiravano la pasta all’uovo fino a renderla trasparente. Ho abbracciato la mia terra, ma senza dimenticare le esperienze e le emozioni che mi hanno riportato nel mio nido. Un mio caro amico mi chiese: ‘Ma tu, Davide, che chef vuoi essere?’ Voglio essere lo chef buono. Voglio che la gente mi apprezzi per come vedo la vita e per come vorrei che la vita fosse”.