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Abruzzo, approvato il nuovo Piano oncologico regionale

La Giunta approva il documento. Verrà utilizzata di più anche l'opportunità della sanità digitale. 5 i punti essenziali contenuti nel Piano. Sarà anche completamente reingegnerizzato il Registro Tumori.

Un approccio integrato tra prevenzione e assistenza sul territorio, coinvolgendo tutte le aree di competenza del Servizio sanitario, così da assicurare uniformità ed equità di accesso alle cure da parte dei cittadini, sfruttando anche le opportunità e le potenzialità legate alla sanità digitale.

E’ il pilastro del nuovo Piano oncologico regionale, approvato dalla giunta su proposta dell’assessore alla Salute, Nicoletta Verì.

L’articolazione della rete oncologica regionale, delineata nel nuovo Piano, prevede 5 nodi:

– Comitato di Coordinamento regionale della Rete Oncologica, che svolge un ruolo sia a livello strategico che tecnico-scientifico. E’ costituito in Agenzia Sanitaria Regionale e ne fanno parte i rappresentanti delle diverse discipline coinvolte nella diagnostica e nel trattamento delle patologie oncologiche;

– Molecular Tumor Board (MTB), la risposta organizzativa e tecnica finalizzata a realizzare appropriatezza, omogeneità e sostenibilità economica delle profilazioni genomiche estese potenzialmente propedeutiche alla realizzazione di una medicina di precisione basata sul modello mutazionale in base alle caratteristiche molecolari e genetiche della neoplasia da cui è affetto. E’ prevista un’unica struttura centralizzata regionale, all’interno dell’Agenzia Sanitaria;

– Poli Oncologici Aziendali, aggregazioni funzionali di unità operative ospedaliere e territoriali che intervengono sul percorso diagnostico e terapeutico dei pazienti affetti da patologie neoplastiche. Ne è previsto uno per ogni Asl;

– Centri di Indirizzo al Percorso Clinico (CIP), strutture operative collocate nei presidi ospedalieri afferenti al Polo onologico aziendale, che rappresentano il primo punto di accesso del paziente al percorso clinico. Il Cip garantisce la presa in carico del paziente e lo indirizza alla sede sanitaria più appropriata in funzione della complessità clinica del caso;

– Gruppo Interdisciplinare Cure Oncologiche (GICO), modalità operativa di approccio multidisciplinare al paziente, svolta da tutti i professionisti sanitari direttamente coinvolti nel percorso diagnostico terapeutico specifico per la patologia oncologica (chirurghi, anatomopatologi, radiologi, oncologi, radioterapisti, medici di medicina generale). Al loro interno sono presenti altre figure professionali (infermieri, psicologi/psico-oncologi, fisioterapisti), a seconda delle competenze necessarie a garantire la migliore presa in carico del paziente in relazione al tipo di tumore.

Le azioni previste, invece, partono dalla prevenzione primaria (promozione di corrette abitudini alimentari e sani stili di vita), da quella secondaria (attraverso la promozione degli screening nelle fasce di età considerate a maggiore rischio), dalla terziaria (per scongiurare complicanze o recidive), fino ad arrivare agli aspetti riguardanti la presa in carico, le terapie e il follow up, così come la farmaceutica e le cure palliative.

Sarà anche completamente reingegnerizzato il Registro Tumori, con l’attivazione di un collegamento tecnologicamente avanzato con tutte le articolazioni della rete e i medici di medicina generale che migliorerà l’approccio epidemiologico sui percorsi oncologici.

“Questo piano – commenta l’assessore Verì – così come i precedenti adottati nel corso di questa legislatura, ha l’obiettivo di uniformare i modelli terapeutici sull’intero territorio regionale, stimolando il confronto e la condivisione delle buone pratiche tra le diverse Asl, che spesso in passato si muovevano in ordine sparso anche su un fronte così delicato come l’oncologia. Fondamentale, come ormai in tutti i progetti che stiamo portando avanti negli ultimi anni, è l’apporto della digitalizzazione e delle nuove tecnologie in sanità, sulle quali la Regione ha investito circa 50 milioni di euro e che consentono quella circolarità delle informazioni e dei dati clinici, strategici nei nuovi modelli assistenziali”.

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