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Adsu L’Aquila: scontro Cecala-Morgante su Campomizzi

Consigliere Adsu: "Personalmente, al suo posto e alla luce dei risibili e sofferti risultati, avrei da tempo rassegnato le dimissioni"

Sulla vicenda della chiusura della Campomizzi è scontro tra il presidente Eliana Morgante e Sara Cecala, consigliere dell’Adsu dell’Aquila.

Morgante nei giorni scorsi in una nota ha spiegato: “Sono costretta a stigmatizzare il comportamento dei tre consiglieri del CDA dell’ADSU, Matteo Paoletti, Sara Cecala e Maurizio Passacantando i quali, pur in veste istituzionale, hanno omesso di dare questa importante notizia nel corso di un’assemblea aperta, organizzata da CGIL sul futuro dell’Università dell’Aquila”. Morgante ha poi assicurato che la Campomizzi non chiuderà.

Alle parole del presidente replica Cecala: “Morgante si era personalmente impegnata a risolvere la questione“agibilità Campomizzi” facendo le verifiche del caso, entro dieci/quindici giorni, anche recandosi al Comune dell’Aquila stante la asserita carenza in Azienda, così come riportato dal direttore dott. Luca Valente, delle certificazioni inerenti la struttura occupata dallo studentato, dal servizio mensa e dai dipendenti Adsu. Da quel dì la Morgante non ha ritenuto di dover aggiornare il Suo Consiglio, quantomeno con una comunicazione”.

E ancora: “Personalmente, al Suo posto e alla luce dei risibili e sofferti risultati (ottenuti per lo più grazie alla citata maggioranza, in opposizione alle scellerate iniziative intraprese) avrei da tempo rassegnato le dimissioni”, scrive Cecala.

LA NOTA COMPLETA

La ‘solerte’ presidente Adsu Eliana Morgante ha inviato recentemente una Sua nota alla stampa lamentando che i Consiglieri, tra cui la sottoscritta, non avessero riportato all’assemblea, convocata dalla Cgil, il deliberato, assunto all’unanimità nel cda del 14 luglio scorso, volto a scongiurare la cessazione dei servizi ospitalità e mensa. Mi corre l’obbligo precisare che giovedì scorso, invitata dalle rappresentanze sindacale dei lavoratori, che offrono le prestazioni in favore dell’Azienda, ho riportato i fatti nella loro doverosa e puntuale ricostruzione e per interezza.

Nel C.d.A. del 25 maggio, come risulta dal relativo verbale, la Morgante si era personalmente impegnata a risolvere la questione “agibilità Campomizzi” facendo le verifiche del caso, entro dieci/quindici giorni, anche recandosi al Comune dell’Aquila stante la asserita carenza in Azienda, così come riportato dal direttore dott. Luca Valente, delle certificazioni inerenti la struttura occupata dallo studentato, dal servizio mensa e dai dipendenti Adsu.

Da quel dì la Morgante non ha ritenuto di dover aggiornare il Suo Consiglio, quantomeno con una comunicazione.

Solo in data 8 luglio, la presidente ha convocato il C.d.A., poi rinviato dalla stessa al 12 luglio, portando alla approvazione una delibera, a firma congiunta col direttore Valente, con la quale, in buona sostanza, si proponeva la chiusura dei servizi, così come aveva già tentato di fare, assieme al dirigente apicale, nel mese di marzo scorso (ambedue, col sostegno del consigliere e vice presidente Antonio Pensa ritenevano che garantire la residenzialità a “soli” 60 studenti potesse ritenersi una scelta “antieconomica” per l’Ente, per cui proposero la cessazione del servizio, evitata grazie ai voti della esponente e dei consiglieri Passacantando e Paoletti).

La sottoscritta, dal 9 luglio fuori città a causa di un lutto famigliare, non potendo partecipare al Consiglio, sentiti i colleghi (Passacantando e Paoletti) preoccupati di non poter respingere, in assenza di maggioranza, la “sconsiderata” -per utilizzare un eufemismo- deliberazione di sospensione/chiusura dei servizi, ha condiviso la scelta degli altri membri di disertare la seduta.

Riconvocato il Consiglio il 14 luglio, la presidente con una Sua nota, ha portato a conoscenza i Consiglieri che aveva (il 13 luglio) “miracolosamente” rinvenuto in Azienda tutte le certificazioni (inerenti la sicurezza e la staticità della struttura, gli impianti, etcc), che, come è noto, vengono rilasciate solo e a seguito di attestazione di agibilità dell’immobile “Campomizzi”, documento ancora inspiegabilmente introvabile).

Alla comunicazione della Morgante faceva tuttavia seguito una nota del direttore che, reiterando la Sua netta contrarietà, dichiarava di aver predisposto la nuova deliberazione (poi approvata all’unanimità dal C.d.A.) con la quale si sarebbe garantita la messa al Bando dei posti letto, negando comunque il parere di legittimità dell’atto (scaricando, more solito, ogni responsabilità sul Consiglio), avvertendoci della Sua volontà di inviare gli atti all’autorità giudiziaria per le verifiche del caso (sic!);

A chiudere, in seguito alla approvazione della citata delibera la sottoscritta ha invocato l’immediato incarico ad un tecnico per sollecitare la definizione della procedura di attestazioni/certificazioni, in tempo utile per la regolare riapertura autunnale della “Campomizzi”.

Questi i fatti, a seguire gli interrogativi e le doverose considerazioni.

Come è possibile che il 12 luglio era perentoria la chiusura della struttura (con annessa mensa), mentre a soli due giorni di distanza, grazie al “fortunoso ritrovamento” delle singole certificazioni, si è cambiata la rotta per garantire le attività istituzionali?

È forse grazie all’intervento delle Associazioni sindacali, preoccupate delle sorti di circa sessanta lavoratori (operanti all’interno dell’Azienda), alla presa di posizione della maggioranza (Cecala, Passacantando e Paoletti) che ha impedito l’approvazione del vecchio testo di delibera a tutela degli studenti e dell’Ateneo aquilano, e di qualche presunta, ma utile, “strigliatina” che la nostra presidente sia scesa a più miti e ragionevoli consigli?

All’uopo si sottolinea che già nel mese di aprile 2021 la Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione aveva fornito esplicito riscontro a Valente chiarendo come l’Ente, ottenute le regolari certificazioni dai VV.FF. non poteva che essere in possesso della “agibilità” della struttura.

Meraviglia inoltre leggere che la Morgante consideri “informazioni riservate” atti e documenti di un ente pubblico, immediatamente esecutivi, approvati comunque in extremis per Sua esclusiva colpa (il 15 luglio è stato l’ultimo giorno utile per pubblicare il Bando delle Borse di Studio con la previsione dei posti letto).

Approvazione che in ogni caso è stata garantita con la responsabile partecipazione dei tre citati consiglieri, in un consesso convocato col mancato rispetto dei termini da Regolamento.

Si riscontra inoltre che “l’operosa” Morgante, dopo essersi autoincensata ritenendosi “soddisfatta” dei propri successi (?), ringrazia “la Regione Abruzzo” (che invero è latitante sia attraverso gli uffici competenti in capo alla dirigente dott.ssa Nicoletta Bucco, ancora sconosciuta al Consiglio (!), sia con l’assessore Pietro Quaresimale, dal quale attendiamo da aprile un “tempestivo” intervento per sbloccare una surreale situazione circa l’assunzione in pianta organica del responsabile tecnico Adsu, sia con l’ass. Guido Quintino Liris, competente per la questione della Caserma Campomizzi il cui contratto di comodato è prossimo alla scadenza, ma che sinora ha disatteso i nostri solleciti a riconvocare l’incontro col Ministero della Difesa – proprietario dell’immobile – per evitare di perdere la sede temporanea, senza una seria alternativa!), “il Direttore (…) e il Vice presidente ing. Antonio Pensa”, quest’ultimi vivaci promotori della chiusura dei servizi aziendali!

Dulcis in fundo: la “grintosa” professoressa invita la sottoscritta e gli altri componenti del Consiglio a “produrre istanze significative per l’azienda e non sterili ed inutili azioni d’opposizione che sottraggono energia e tempo a chi, come noi, sta cercando di risanare un’azienda abbandonata”.

Purtuttavia dimentica che le richieste della scrivente, troppo spesso e illegittimamente disattese dal mancato inserimento all’o.d.g. delle sedute, in spregio del Regolamento, configurano l’esercizio del potere di iniziativa dei singoli consiglieri, che la Morgante ostacola.

Inoltre, c’è da domandarsi se soffra di improvvise amnesie giacché ora e inopinatamente invoca la produzione delle nostre “significative istanze”, invero già più volte esperite, anche a causa della Sua inerzia, davanti alle quali solo nel recente passato manifestava la Sua stizzita contrarietà riaffermando con fermezza il Suo ruolo super partes.

Infine, se per “risanamento” si intenda la cessazione dei servizi agli studenti, c’è ben poco da aggiungere…

Personalmente, al Suo posto e alla luce dei risibili e sofferti risultati (ottenuti per lo più grazie alla citata maggioranza, in opposizione alle scellerate iniziative intraprese) avrei da tempo rassegnato le dimissioni.

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Redazione IMN