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“Agli psicologi dell’Aquila il vaccino AstraZeneca, perché?”

Parla il consigliere dem Pietrucci. "Continuiamo nell’opacità della campagna vaccinale. In questo modo non raggiungeremo mai l’immunità di gregge e la nostra Regione continuerà ad assurgere alle cronache nazionali per inefficienze o errori che finiscono per farci vergognare di essere abruzzesi".

“Agli psicologi dell’Aquila – contrariamente a quelli delle altre province abruzzesi e contrariamente a quanto fatto per tutti gli altri sanitari – non viene somministrato il vaccino della Pfizer, ma quello AstraZeneca. Rifiutarsi di farsi inoculare AstraZeneca, magari a causa degli stessi timori che si rincorrono anche in altri Paesi, equivale però a incorrere in sanzioni certe“. E’ quanto dichiarato in una nota stampa dal consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, in Opposizione.

“Gli psicologi, infatti, al pari di tutti gli altri operatori sanitari, sono in campo a tutela e cura delle migliaia di situazioni di sofferenza presenti e sempre più numerose. Gli psicologi sono in campo in una pandemia che troppo presto sappiamo essersi trasformata in una psicopandemia, con migliaia di persone, bambini e anziani in crescente disagio. La prova che gli psicologi sono una categoria sanitaria alla pari di ogni altra è perfettamente riassunta nel Decreto Legge del Governo che trasforma per tutti gli iscritti agli Ordini sanitari, dunque anche per gli psicologi, la facoltà di vaccinazione in obbligo, pena la sospensione dall’esercizio della professione. Una decisione giusta, a mio avviso, che va in primis nella direzione della tutela dell’assistito. Mettere gli psicologi aquilani davanti alla scelta di tutelare se stessi o il proprio posto di lavoro è inaccettabile. Non vorrei adesso che questa mia riflessione sia fraintesa: qui non c’entrano le due velocità che si vivono tra costa e aree interne, qui non c’è un gap da colmare. Qui si assiste a sperequazioni di diritto e di trattamento tra i sanitari delle quattro Asl provinciali e di questo chiedo formalmente le ragioni al manager Asl1 Roberto Testa. Così come a lui sottoporrò ancora l’esigenza di avere i nominativi dei vaccinati non rientranti nelle categorie fragili, forte anche del parere del Collegio regionale per le garanzie statutarie della Regione Abruzzo che avrò cura di inoltrargli”.

“I sotterfugi e i privilegi – o anche il solo sospetto che ci siano discriminazioni – devono essere banditi sempre, a maggior ragione quando si tratta del diritto alla salute. Continuando nell’opacità della campagna vaccinale, continuando a navigare nella inosservanza delle norme o peggio nella loro fantasiosa riscrittura o interpretazione, non raggiungeremo mai l’immunità di gregge e la nostra regione continuerà ad assurgere alle cronache nazionali per inefficienze o errori che finiscono per farci vergognare di essere abruzzesi”, questa la conclusione.

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