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Agrifood sostenibile: Abruzzo al “Cheese” di Bra

Imprudente: "Continua la nostra azione di internazionalizzazione delle imprese, importante sinergia con Arap"

La Regione Abruzzo per la prima volta alla vetrina internazionale di Cheese, il più grande evento mondiale dedicato ai formaggi a latte crudo, organizzato da Slow Food e dalla Città di Bra, in Piemonte: in particolare, l’assessorato regionale all’Agricoltura da ieri e fino al prossimo 18 settembre, partecipa alla quattordicesima edizione della kermesse dove sono attesi circa 400mila visitatori.

L’obiettivo è quello di proporre in una manifestazione per tre giorni al centro dell’attenzione planetaria, il modello Abruzzo di agrifood sostenibile già promosso da tempo nell’ambito di un piano di commercializzazione e di internazionalizzazione delle aziende abruzzesi: oltre ai formaggi a latte crudo l’Abruzzo, con le sue imprese di eccellenza, in un fitto programma di degustazioni e conferenze a tema, saranno presentate altre eccellenze, come la capra alla neretese, piatto tipico teramano, e il peperone dolce di Altino, gli arrosticini di pecora, e ancora salumi naturali, mieli, legumi montani, con degustazioni accompagnate da pane di grano antico e dai migliori vini abruzzesi.

Ad organizzare la missione e lo stand dedicato della Regione Abruzzo, in una sinergia efficace, l’Agenzia regionale per le Attività produttive (Arap), nel ruolo di braccio operativo dell’Ente, il Gal Terre D’Abruzzo e Slow Food Abruzzo.

“Continua la nostra azione alla scoperta di nuovi mercati per il nostro agrifood sostenibile: il modello Abruzzo sbarca per la prima volta da protagonista a Cheese, una autentica vetrina che richiama ogni anno circa 400mila persone – spiega Emanuele Imprudente, vice presidente della Regione Abruzzo con delega all’Agricoltura -. Sono certo che le nostre aziende con le loro eccellenze conquisteranno nell’appuntamento piemontese altre importanti fette di mercato come fatto nelle precedenti missioni, tra cui quelle dello scorso anni a Dubai nel corso dell’Expò”.

Nella giornata di esordio c’è stata la inaugurazione dello stand abruzzese con la conferenza dal titolo “Progetti in essere e prospettive future per lo sviluppo rurale in Abruzzo”, con focus sulle iniziative delle Istituzioni regionali a favore del protagonismo delle aree rurali, e per l’ingresso e la permanenza di giovani, l’estensione delle superfici gestite con metodi di produzione e di allevamento ecocompatibili, l’innovazione e la digitalizzazione delle aziende agricole e l’integrazione con altri settori economici e produttivi.

Tra i protagonisti lo stesso vice presidente della Regione, da remoto, Giuseppe Savini, presidente Arap Abruzzo, Antonio Morgante, direttore generale Arap Abruzzo, Paolo Federico, presidente Gal Gran Sasso-Velino, Carlo Maggitti, dirigente del Servizio “Promozione delle filiere e biodiversità agraria” della Regione Abruzzo. A moderare il dibattito Giorgio Davini, di Slow Food Abruzzo aps.

Il programma odierno ha previsto le degustazioni a tema “Lo ‘sdijuno’ abruzzese: i prati stabili degli Altipiani Maggiori”, “Il cacio morra: quando si condivideva quel che c’era”, dedicato al formaggio misto, pecorino e caprino, per il consumo quotidiano dei piccoli allevatori, “The perfect match: cacio e peperone dolce di Altino”, “Qualità casearia: l’eredità di Gregorio Rotolo”, in ricordo del grande pastore e produttore caseario di Scanno (L’Aquila), scomparso al marzo 2022. Ed ancora la degustazione “To beer or not to beer: è possibile abbinare formaggio e birra?”.

Tutte le degustazioni sono accompagnate dal pane a lievitazione naturale di grani antichi del “Mercato del Pane” di Montesilvano (Pescara), in abbinamento con i vini del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, della Comunità Slow Food dei Vignaioli Teatini, dell’azienda agricola Ciccone (Presidio Slow Food dell’uva Montonico), e con gli amari di “Scuppoz liquori” di Campovalano (Teramo).
Al Cheese partecipano quest’anno i produttori caseari di 14 Paesi stranieri e di tutte le regioni italiane. Il motto scelto è “il sapore dei prati”, ad indicare il pascolo come elemento distintivo di un formaggio fatto a partire dal latte ottenuto da animali che si nutrono in modo naturale e salutare.

Molto stringenti i criteri di selezione dei produttori, che devono essere ambasciatori di Slow Food e devono presentare “prodotti coerenti con la filosofia del buono, pulito e giusto”, adoperarsi per “la difesa della biodiversità, la promozione di pratiche agroecologiche ecosostenibili”.

Per quanto riguarda il prodotto, i mangimi destinati all’alimentazione degli animali devono essere privi di Ogm, i formaggi e i latticini devono essere ricavati da latte di allevamenti attenti al benessere animale, prodotti con latte di proprietà o acquistato localmente da allevamenti che partecipino a progetti di filiera che impegnano i partecipanti a produrre secondo criteri di sostenibilità. I prodotti non devono contenere Ogm.

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