I 460 addetti del nuovo polo logistico “Amazon” a San Salvo (Chieti) provenienti da Abruzzo e Molise sono senza mezzi pubblici, quindi costretti a utilizzare unicamente i propri mezzi per raggiungere il posto di lavoro.
Lo denuncia la Cgil con la Filt-Cgil Abruzzo e Molise.
“Dal 1° agosto è pienamente operativo il centro di distribuzione Amazon dove prestano servizio, al momento, 460 addetti provenienti in gran parte da Abruzzo e Molise, oltre a lavoratori che arrivano da regioni non proprio confinanti e per i quali sussiste il problema di trovare alloggi in affitto, specie in questo periodo estivo sia dalle parti di San Salvo e Vasto sia nel vicino Molise – dichiarano i sindacalisti Franco Ranieri e Carmine Ronaldo – Tuttavia, in questi primi giorni di attività sta emergendo un problema importante comune a tutti gli attuali addetti del nuovo polo logistico e che attiene la grave assenza di trasporto pubblico necessario a soddisfare gli spostamenti casa-lavoro delle maestranze impiegate h24 nello stabilimento di San Salvo, con turni avvicendati e scaglionati nell’arco di tutta la giornata al pari di quanto accade nei restanti poli industriali/logistici del territorio, dove però le Istituzioni regionali garantiscono da sempre il servizio di trasporto per il cosiddetto ‘pendolarismo operaio'”.
La Cgil Abruzzo e Molise, insieme alla Filt, ha trasmesso una nota ai presidenti della Giunta regionale del Molise e dell’Abruzzo e agli assessori competenti chiedendo espressamente un incontro urgente con l’obiettivo di individuare formule e soluzioni per risolvere i disagi.
“L’assenza di un’adeguata programmazione del servizio di trasporto degli operai – dichiarano Cgil e Filt-Cgil – è illogica se si considera che da tempo è pienamente operativo il trasporto degli operai di fabbriche limitrofe (Pilkington, Denso) dalle quali, attraverso i mezzi pubblici, riescono a muoversi sia dall’Abruzzo che dal Molise. Nell’eventualità che gli orari di ingresso e uscita dei lavoratori del polo Amazon risultassero compatibili con quelli delle fabbriche limitrofe, potrebbe essere sufficiente prolungare il percorso che gli attuali vettori assicurano per garantire il servizio”.