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Aquilana aggredita: indagato voleva fuggire in Tunisia

Associazione Fuori Genere organizza passeggiata per esprimere solidarietà

Era intenzionato a imbarcarsi per la Tunisia, il suo Paese di origine, l’uomo arrestato dalla polizia in quanto accusato di avere violentato, picchiato a rapinato una 31enne aquilana in centro storico alcuni giorni fa.

E in tale ipotesi sarebbe stato molto difficile catturarlo visto che certamente avrebbe potuto disporre di aiuti e coperture.

Tuttavia le investigazioni hanno quindi permesso di individuarlo in tempo alla stazione di Civitavecchia dove gli agenti della Polizia Ferroviaria lo hanno sorpreso.

Del resto, lo straniero era stato già attenzionato dalla polizia aquilana per cui la sua identificazione è stata rapida e importante in tal senso. In attesa della convalida del fermo da parte del gip del tribunale lo straniero è rinchiuso in carcere.

Le indagini hanno avuto una svolta grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza del centro cittadino, zona piazza Duomo, e al racconto di alcuni testimoni.

L’indagato aveva fatto perdere le proprie tracce, pertanto, concordemente con la Procura della Repubblica dell’Aquila che dirige le indagini, la Squadra mobile aquilana ha avviato certosine ricerche per sottoporlo al fermo visto il concreto pericolo di fuga e i gravi indizi di colpevolezza raccolti a suo carico. Ora tutto è nelle mani del gip.

Intanto si registra una iniziativa dell’associazione Fuori Genere che organizza per oggi pomeriggio una passeggiata per esprimere solidarietà a Costa Masciarelli dove è avvenuta l’aggressione.

“È notizia di mercoledì”, si legge in una nota “la violenta aggressione avvenuta in pieno centro storico all’Aquila dove, in zona Costa Masciarelli, una ragazza di circa 30 anni è stata aggredita e picchiata, dopo aver opposto resistenza ad un tentativo di violenza sessuale, agito da un uomo nella notte tra martedì e mercoledì. Altro gravissimo episodio che ci racconta di quanto non sia più accettabile continuare a fingere di non vedere cosa accade nelle strade, nei parchi, nei locali pubblici e negli spazi abbandonati, spesso bui e disabitati, della nostra città”.

“Siamo sgomente e arrabbiate perché l’ennesima violenza a cui assistiamo è amplificata ancora una volta dalla violenza di alcuni giornali che spettacolarizzano e narrano un episodio così grave con dettagli totalmente inutili sulla ragazza. Lo abbiamo scritto, detto a gran voce e lo ribadiamo anche oggi: non basta punire i reati, rafforzare le forze di Polizia o reclamare un centro tappezzato di telecamere, serve un percorso strutturale e sistemico di prevenzione alla violenza che deve necessariamente passare per la conoscenza e per il confronto! È l’ora di una presa di responsabilità collettiva, di una discussione reale sullo spazio pubblico e lo spazio privato”.

“L’Aquila è una città che spesso viene narrata come assolutamente sicura e immune da tutte le dinamiche di violenza che sembrano appartenere invece solo alle città più grandi; chi fa attivismo e associazionismo da anni in questa città, sa bene che le cose non stanno esattamente in questo modo. L’errore più grande che si possa fare quando si parla di violenza maschile sulle donne è quello di considerarla un fenomeno indesiderato, o un’emergenza, scaricando la responsabilità sullo “straniero” di turno. E le destre al governo si oppongono a qualsiasi intervento preventivo, che metta in discussione i ruoli e le identità di genere”.

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