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Assistenza sanitaria, Fimmg e Uncem: “La Regione cosa sta facendo?”

La denuncia: "La Regione non muove un dito per individuare le risorse economiche necessarie al funzionamento di Case della Comunità e di ospedali di Comunità, al fine di renderle modello assistenziale-organizzativo concreto per un’assistenza di prossimità efficace”. Forte presa di posizione anche da parte della Federazione italiana medici di medicina generale.

La Regione Abruzzo mentre da un lato sta procedendo alla pianificazione, all’individuazione e al finanziamento delle “Case della Comunità” e degli “Ospedali di Comunità”, non muove un dito per individuare le risorse economiche necessarie al loro funzionamento al fine di renderle modello assistenziale-organizzativo concreto per un’assistenza di prossimità efficace”.

Questa la presa di posizione della Federazione italiana medici di medicina generale, con il segretario regionale Franco Pagano, e dell’Unione nazionale comuni comunità enti montani con il presidente regionale, Lorenzo Berardinetti, in merito all’attuale situazione sanitaria dell’Abruzzo.

“Il 73% dei Comuni della provincia dell’Aquila ha una densità abitativa inferiore a 50 abitanti per chilometro quadrato e il 58% di essi ha meno di mille residenti”, hanno continuato Fimmg e Uncem, “analoga è la situazione della provincia di Chieti con il 45% dei Comuni con meno di 1.000 residenti e il 46% con una densità abitativa inferiore a 50 abitanti per chilometro quadrato. Scenario reso più difficile dalla distanza dai grossi centri urbani e da una rete di comunicazione viaria spesso impervia e fatiscente.

Mentre in tutte le altre regioni si è assistito, anche se in maniera difforme, al potenziamento della medicina territoriale, l’Abruzzo non solo non ha incrementato negli anni il finanziamento per l’Assistenza Primaria, per la Continuità Assistenziale e per la Pediatria di libera scelta, ma dal 2010 ha proceduto a sistematici tagli della spesa destinata a questi settori. La contestuale riforma della rete ospedaliera con la chiusura di strutture e riduzione di posti letto con “trasferimento” sul territorio della gestione di numerose patologie, soprattutto croniche, ha reso ancora più difficile e gravoso il compito dell’assistenza primaria.

La scarsità di risorse, la carenza di medici, frutto di una miope programmazione, la disincentivazione dei nostri giovani neolaureati a optare per l’assistenza territoriale impone nella nostra Regione una profonda riflessione. Riflessione oggi più che mai urgente e non più procrastinabile a che i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza diventino opportunità di un vero “investimento” programmatico”.

La Federazione italiana medici di medicina generale e l’Unione nazionale comuni comunità enti montani terranno martedì 8 marzo alla Provincia di Chieti un primo incontro per un approfondimento congiunto dell’attuale condizione dell’assistenza territoriale e in particolare della Medicina generale e per individuare iniziative e proposte comuni da sottoporre al Governo e al consiglio regionale.

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