Un operaio di 46 anni di Lanciano (Chieti) è morto dopo essere stato colpito all’addome da un tubo metallico mentre stava lavorando a una pressa nella Proma SpA, azienda di Atessa (Chieti) che produce pezzi per il settore automotive nella Val di Sangro.
Nonostante l’intervento del 118 e dell’elisoccorso da Pescara l’uomo è morto per la gravità delle ferite.
In seguito all’evento la federazione Abruzzo e Molise dell’Usb propone di introdurre il reato di omicidio sul lavoro: “Il reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime è una necessità irrimandabile. A tal proposito da mesi stiamo raccogliendo firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare che prevede l’introduzione di tali reati e che costringerebbe il parlamento ad affrontare il tema”.
“La politica deve intervenire e crediamo, come abbiamo proposto a tutti i gruppi consiliari regionali, che è necessario potenziare gli organici degli enti di controllo delle Asl e attuare una loro riforma profonda per non lasciare scampo a chi non rispetta le regole. Alle aziende che violano le leggi sulla sicurezza va sospesa l’attività e occorre prevedere controlli stringenti periodici: meglio lavoratori cassintegrati che morti”.
L’Usb ha ribadito, nella riunione del Comitato Regionale di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro tenutasi a Pescara lo scorso 20 dicembre, che “non bastano formazione e informazione, ma serve ben altro per fermare questa carneficina”.
“Nei prossimi giorni – conclude la nota – programmeremo scioperi in tutte le aziende della Val di Sangro in cui siamo presenti, per ricordare Roberto, tutti i lavoratori morti sul lavoro e per chiedere vera giustizia per loro e per le loro famiglie. In questo momento sentiamo che è il modo migliore per mostrare la nostra vicinanza alla famiglia di Roberto. Se i lavoratori muoiono il minimo è che, se vi sono responsabilità, chi le ha deve pagare con la galera”.