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Avezzano verso il Centro di Ascolto Giovani permanente

Per lottare ancora e insieme contro la depressione giovanile. Lo psichiatra Ferdinando Di Orio: “Avezzano è tra le città più schermate in Italia contro la depressione giovanile grazie a tre pilastri di intervento”.

“Mai più da soli: lo scopo primario del Centro di Ascolto Giovani di Avezzano contro la depressione giovanile è quello di arrivare, grazie ad una rete capillare di attori sociali e fattivi sul territorio, alla definizione di strategie preventive, per riconoscere, curare e allontanare le tante forme di buio che possono intaccare il benessere psichico dei nostri ragazzi; dobbiamo aiutarli a ritrovare la luce oltre la siepe”, così l’assessore alle politiche scolastiche Patrizia Gallese che, mercoledì scorso all’Aquila, nelle stanze del Palazzetto dei Nobili, ha preso parte al convegno organizzato dall’associazione “Veronica Gaia Di Orio” per raccontare a stampa, cittadinanza e istituzioni i passi in avanti effettuati in 5 anni di attività dalla realtà del terzo settore, partner del Comune di Avezzano sin dal 2018.

“La città è legata all’Associazione – spiega la Gallese – tramite i fili resistenti di una convenzione tutt’ora in essere, che ha portato alla creazione del primo Centro di ascolto per giovani nella Marsica. Si tratta di un’associazione nata da un lutto, che promuove magistralmente l’opera del volontariato e che cerca di far rifiorire anche nei deserti più aridi i fiori della gioia della vita”. L’Associazione, guidata dal professore e psichiatra Ferdinando Di Orio è oramai un’ancora sociale contro il mostro invisibile della depressione tra i più giovani, che si è costituita ufficialmente il 20 giugno del 2017, come eredità palpabile della memoria della dottoressa Veronica Gaia Di Orio, giovane studiosa di Storia dell’Arte Contemporanea, prematuramente scomparsa. “Per quest’anno, la volontà dell’Amministrazione è quella di inserire il progetto del Centro di Ascolto giovani come azione duratura e permanente sul territorio nel Piano sociale distrettuale d’ambito del Comune, che è a tutti gli effetti – aggiunge il vice sindaco Domenico Di Berardino, con delega alle politiche sociali – una specie di piano regolatore dei servizi alla persona attivati e da attivare. Si prevede che non appena sarà pronto il nuovo Piano distrettuale del Comune di Avezzano, che è in fase di avvio, e sulla base delle risorse e delle linee guida dettate dal Piano sociale regionale 2022-2024, il Centro Ascolto Giovani venga inserito ufficialmente in una programmazione che guarda al futuro a lungo termine, in modo da dare una continuità solida e ancora più efficace al progetto sociale, che fino a questo momento ha aiutato 464 giovani marsicani”.

“Dal Comune di Avezzano è sempre arrivata, in questi anni, una risposta forte e ferma all’allarme della depressione tra giovani e giovanissimi. Abbiamo aiutato – dice il professor Ferdinando Di Orio, responsabile scientifico dell’Associazione e padre di Veronica – con il Centro di Ascolto – un luogo riservato, protetto e sicuro – tantissimi giovani avezzanesi, di cui 58 provenienti anche da altri paesi della Marsica. Non ci siamo mai fermati: anche nei mesi più duri della pandemia, io, personalmente, ho continuato, con tutte le precauzioni sanitarie, ad andare a trovare i ragazzi, perché il dialogo è fondamentale contro la solitudine moderna, vissuta davanti ad uno schermo. La città di Avezzano è la punta di diamante del progetto di “Veronica Gaia Di Orio”; anzi, credo che sia la città più protetta in Italia contro il disagio mentale dei ragazzi. Sono tre le linee di intervento concretizzate e irrobustite negli anni della convenzione, vale a dire il Centro di Ascolto attivato nel 2018, gli sportelli psicologici nelle scuole del territorio, che hanno avvicinato anche tanti genitori alla cultura e alla vera comprensione del disagio psichico e, infine, i corsi specifici per gli insegnanti, parte attiva nell’indagine approfondita delle anime della nuova generazione. La stragrande maggioranza dei giovani che abbiamo aiutato (dai 14 anni in su) intercettati nel momento più “debole” della loro forma di depressione, è guarita, anche senza ricorrere ai farmaci. Quello che spaventa – conclude Di Orio – è cominciare a rintracciare forme di depressione anche nella fascia d’età dagli 8 ai 12 anni. Io sono all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma: qui sono venuto a trovare 63 bambini ricoverati per disagio psicologico. La depressione deve essere vista come un’influenza: è un’evenienza della vita che può capitare e per fortuna c’è la cura. Una cura che parte dal parlare di ciò che abbiamo dentro, senza filtri, tabù e superficialità. Colpire in tempo il disagio, non sottovalutando mai le ombre del cuore”.

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Redazione IMN