“Ammontano a circa 26 milioni e mezzo di euro gli importi che abbiamo messo a bando nei primi tre mesi del 2023 a sostegno delle aziende agricole abruzzesi, nell’ambito del Complemento per lo Sviluppo Rurale (CSR). Dalla riduzione dei fitofarmaci alle tecniche di lavorazione ridotta dei suoli, dalle cosiddette ‘cover crops’, le colture di copertura a salvaguardia dei terreni, alle strategie di sviluppo sostenibile per le realtà produttive che operano nelle aree montane, sono tanti gli interventi per rendere sempre più competitivo un comparto agricolo divenuto centrale nelle scelte strategiche dell’ente regionale e per la crescita economica del nostro territorio”.
Così, il vice presidente della Regione Abruzzo con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, nel corso del suo intervento in occasione del convegno “Le ricadute della PAC (Politica Agricola Comune) 2023-27: sostenibilità e aree interne”, organizzato dalla Confederazione produttori agricoli (Copagri) Abruzzo che si è svolto ieri pomeriggio a Pescara.
“I nostri sforzi – continua Imprudente – sono finalizzati a realizzare uno sviluppo sostenibile delle aree interne, di qualità e inclusivo, che passi proprio dalla centralità del comparto agricolo per contrastare lo spopolamento e dare, soprattutto ai giovani, opportunità concrete di fare impresa. Lo faremo attraverso il sostegno all’imprenditorialità nelle aree rurali, favorendo l’ingresso e la permanenza di nuovi imprenditori qualificati alla conduzione di aziende agricole e forestali; favoriremo processi di ammodernamento, di riconversione, di internazionalizzazione, di adeguamento delle strutture produttive”.
“Infine – conclude il vice presidente – la nostra azione sarà tesa anche a favorire la diversificazione del reddito delle aziende agricole e forestali attraverso lo sviluppo di attività connesse, come ad esempio le aziende che attuano processi di trasformazione di prodotti vegetali, di prodotti animali, le aziende che producono energia rinnovabile, le fattorie didattiche, le imprese che svolgono agricoltura sociale”.