“È surreale, il principio di realtà non solo viene distorto ma denegato. Come sempre in politica c’è un prima e un dopo: il prima sottolinea, dopo gli inevitabili dibattiti sulle diverse candidature, la lealtà della Lega su ogni scelta di coalizione per le tornate elettorali di L’Aquila, Pescara, Teramo e in Regione ove la Lega ha appoggiato le diverse candidature di Forza Italia e di Fratelli d’Italia portandoli alla vittoria; il dopo è che le scelte della Lega, viceversa, sono state oggetto di ‘cecchinaggio’ e di fuoco amico e le elezioni di Avezzano e Chieti ne sono la dimostrazione”.
Così in una nota Gianfranco Giuliante, responsabile regionale Enti locali (Lega).
“Forza Italia che esplicitamente ha attuato tale operazione, oggi si lascia andare a dichiarazioni deliranti ove i fatti sopravanzano la menzogna: la Lega è il primo partito in tutte le città dove si è votato ed ha eletto sette consiglieri. Forza Italia è sparita e non ha eletto nessuno”, sottolinea.
“Se l’onorevole leghista Luigi D’Eramo deve dimettersi per i risultati in Abruzzo, il senatore Nazario Pagano e la varia umanità che lo circonda, responsabile di quanto avvenuto, dovrebbe essere ‘almeno’ oggetto di ‘interdizione politica e non solo’ onde evitare altri spiacevoli inconvenienti. Va infine sottolineato il ‘sottile’ ricatto di Mauro Febbo in merito ai ‘numeri’ in Regione: ‘siamo in tre e potremmo mandare a casa Marsilio se provate a mettermi in discussione’, una minaccia più che palese di cui il teatino va fiero”, spiega.
“In caso di nuove elezioni, nessuno di Forza Italia verrebbe rieletto e,in tutta franchezza, stentiamo a credere al suicidio politico di massa per difendere Febbo e la sua strafottenza – conclude – Se il criterio è che quando si perde, il candidato è sbagliato, ci si chieda se Febbo abbia tratto tale convinzione dalla sua personale esperienza laddove è riuscito a perdere da uscente nelle elezioni provinciali di Chieti”.