Il nuovo calendario dei colori dopo il weekend in zona arancione, colloca l’Abruzzo da lunedì 11 a venerdì 15 in zona gialla. La Confesercenti del Centro Abruzzo auspica di non dover registrare nuove limitazioni e si appella al Presidente della Giunta regionale e ai Sindaci del territorio di porre con forza al Governo le ragioni di imprese, soprattutto piccole e a gestione familiare.
La zona gialla consente l’apertura dei negozi e gli spostamenti dentro la regione. Resta invece il coprifuoco alle 22 e, per i bar e i ristoranti l’apertura è consentita fino alle 18 per poi passare all’asporto e alla consegna a domicilio. Ma sono soltanto parziali segnali positivi che si spera sfocino in un progressivo ritorno alla normalità. L’Associazione di categoria attende con ansia il prossimo Dpcm previsto per il 16 gennaio prossimo. “Basta con le chiusure e le restrizioni orarie – dichiara Pietro Leonarduzzi – d’ora in avanti puntiamo a riaprire regolarmente investendo sui controlli per garantire il rispetto del distanziamento sociale”.
Commercianti, ristoratori e pubblici esercizi sono preparati al rispetto delle disposizioni anti contagio all’interno delle loro attività, ma non possono essere ritenuti responsabili di ciò che accade fuori dei locali, nelle piazze e nelle strade. Bene quindi il ritorno in zona gialla, ma c’è bisogno di un ulteriore passo in avanti per la sopravvivenza delle aziende. “La notizia positiva per le imprese – aggiunge Leonarduzzi – è che dopo i lunghi mesi di lockdown mascherato, adesso possono tirare un primo sospiro di sollievo. Ora, però, dobbiamo impegnarci a non chiudere di nuovo le saracinesche”.
Per la Confesercenti del Centro Abruzzo occorre, da un lato, procedere con i vaccini e fintanto che questi non hanno raggiunto la diffusione necessaria, servirà rigore e fermezza nel fare rispettare le misure di distanziamento e l’utilizzo delle mascherine. Le imprese non possono permettersi di affrontare nuovi periodi di stop. “Dobbiamo fare in modo che si torni alla normalità delle aperture se abbiamo a cuore il destino economico delle imprese del commercio – commenta Angelo Pellegrino – Le limitazioni orarie per bar e ristoranti, sono una zavorra per chi dalle 18 in poi, può ricorrere solo all’asporto e alle consegne a domicilio. Una scelta questa che non può essere una soluzione”.
Per Confesercenti è importante consentire ai ristoratori di lavorare a cena nel completo rispetto delle regole anti contagio. La categoria è preparata e non può essere considerata come la responsabile della diffusione del virus. Da parte delle attività c’è il massimo impegno per rispettare e far rispettare le regole di distanziamento e di uso delle mascherine, perché si vuole lavorare in sicurezza, rispettando le regole, perché dal comportamento di ognuno dipende il risultato di mantenere numeri sotto controllo. È necessario lasciamo vivere le attività, facendo ogni sforzo per mantenere al minimo le restrizioni.