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Biondi: “La scuola educa la mente a pensare”

La lettera del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, dedicata alle studentesse e agli studenti aquilani in occasione del primo giorno di scuola dell’anno scolastico 2024/2025. Ecco le sue parole: "Gli strumenti per affrontare le sfide della vita li fornisce la scuola attraverso la conoscenza, l’apprendimento in aula, lo studio a casa, la puntualità nel completare gli impegni presi, la capacità di superare l’ansia da verifica, il confronto con i propri compagni e con i docenti".

Di seguito il testo della lettera:

Care ragazze e cari ragazzi,

per l’anno scolastico che sta per iniziare vorrei dedicarvi una strofa di Tedua, presa in prestito da “Malamente”: “Ero così in para quado non sapevo che fare da grande/fratello, studia e impara/che la strada fa da scuola, ma non è una buona madre”.

Una strofa che richiama un pensiero espresso dal rapper parlando degli esami di maturità e che vive come una sorta di tormento dell’anima: “Non mi ammisero agli esami, l’unica volta che ho perso”. Aggiungendo poi che per quanto i ragazzi possano avere un pregiudizio nei riguardi dei professori, o pensare che la loro vita sia ingiusta fatta di assenze e di problemi a casa, non è vero che il diploma è solo un pezzo di carta.

E, il significato di “Malamente” è da cercare proprio nella consapevolezza delle sfide affrontate e superate, che fanno crescere e rendono più forti.
Gli strumenti per affrontare le sfide della vita li fornisce la scuola attraverso la conoscenza, l’apprendimento in aula, lo studio a casa, la puntualità nel completare gli impegni presi, la capacità di superare l’ansia da verifica, il confronto con i propri compagni e con i docenti.

È l’alba di un mondo nuovo dove alcuni scienziati stanno esplorando la possibilità di fusione dell’intelligenza artificiale con la computazione quantistica. In questo scenario cibernetico che valore può ancora avere la scuola con i suoi libri, la lavagna, la cattedra, i banchi, i compiti in classe, le interrogazioni, le valutazioni?

Al di là della ritualità classica, ma così rassicurante e così formativa, la scuola oggi parla anche il linguaggio della tecnologia e non potrebbe essere altrimenti. Ma come viene usata e spiegata?

La scuola educa la mente a pensare, non solo a sapere. E, il pensare critico è la bussola per mezzo della quale voi ragazze e ragazzi potete affrontare la tecnologia senza smarrirvi, riconoscendo i buchi neri della rete, i pericoli da testiera compulsiva, imparando ad evitare le trappole che si annidato tra i byte.

La tecnologia è ormai parte del sapere e di essa va usato quanto di positivo può offrire, ma la precondizione resta lo studio, la capacità di navigare con scienza e coscienza.
La scuola è anche amicizia, sorrisi, emozioni. La scuola, nei ricordi da adulti, sarà tra i posti del cuore più significativi della vostra vita e la nostalgia per quel tempo vi scompiglierà l’anima con la sua alchimia fatta di visi, storie, vittorie e sconfitte condivise con i compagni, professori amati o anche odiati, ma che hanno fatto la differenza nel vostro percorso di crescita.

“Sogna, ragazzo, sogna/ti ho lasciato un foglio sulla scrivania/manca solo un verso a quella poesia/puoi finirla tu”, è questa una delle più belle canzoni di Roberto Vecchioni, che ha scritto la notte prima di andare in pensione come docente di liceo e che ha condiviso con i suoi studenti nel suo ultimo giorno di insegnamento.

Il verso per completare la poesia non è altro che il futuro che vi aspetta, perché la scuola è speranza, è il luogo dove si coltivano i sogni e dove la letteratura, la matematica, le scienze, la filosofia, la storia diventano radice e forza del vostro domani.

Buona scuola!!!

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