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Capistrello, la replica: “Si faccia opposizione in modo responsabile”

Il Comune fa chiarezza e smentisce le notizie riportate dalla Minoranza. "Non serve lanciare proclami, falsi e ipocriti per apparire, basterebbe solo fare il proprio dovere per il bene della collettività anche come forza di minoranza".

“Ci troviamo per l’ennesima volta al centro di una controversia politica che ruota attorno ai compensi, spettanti per legge, agli amministratori comunali. Le voci stonate, alimentate dalla minoranza politica, hanno creato polemiche infondate sull’operato dell’amministrazione, e quindi cerchiamo di fare chiarezza, ancora una volta. (sono già tre volte che interveniamo sullo stesso argomento). Contrariamente a quanto sostenuto dalla minoranza, la decisione di modificare il valore dei compensi, non è stata una scelta diretta degli amministratori, ma piuttosto l’applicazione di cambiamenti normativi che impattano sui bilanci comunali e sulla retribuzione del settore pubblico.
Comunque, in via precauzionale e per dimostrare la buona fede degli amministratori oltre alla corretta gestione del bilancio, sia il Sindaco sia gli assessori dal mese di ottobre 2022 non hanno percepito nessuna indennità, in attesa della definizione della controversia, a differenza di quanto riportato nel comunicato della minoranza. Peraltro, tutto ciò, viene fatto in modo strumentale ed in mala fede dai consiglieri di minoranza, tenuto conto delle risposte alle numerose interrogazioni oltre a tutta la documentazione in loro possesso, ritirata in comune”, lo scrivono in una nota gli amministratori di Capistrello, guidati dal sindaco Ciciotti, a seguito della nota della minoranza apparsa nelle ore scorse sui quotidiani.

“Tuttavia, il nodo della questione non sono i compensi degli amministratori, ma i contributi pubblici legati alla popolazione del Comune. La controversia è scaturita dai dati demografici del censimento effettuato dall’ISTAT, difformi da quelli ufficiali dell’anagrafe cittadina trasmessi mensilmente all’ISTAT, verificabili da ogni cittadino, che la minoranza politica ha utilizzato in modo improprio come argomento per infangare l’amministrazione. L’equivoco è scaturito tutto dal censimento ISTAT, che prende come indicatore demografico degli abitanti, il metodo della valutazione e della statistica. L’amministrazione comunale ha sollevato dubbi sulla veridicità di questi dati mentre il dato certo sulla popolazione viene dettato dalla movimentazione dell’ufficio anagrafe comunale, che trasmette mensilmente i numeri inconfutabili tratti dalle nuove nascite, dalle morti, i nuovi residenti e i cittadini trasferiti. Il Comune in seguito a questi dubbi ha avviato un ricorso al TAR per chiarire la discrepanza tra i dati dell’ISTAT e quelli forniti dall’anagrafe, chiedendo dati certi, inconfutabili e non basati su dati statistici, e accesso agli atti che dimostrino la perdita di ben 189 residenti durante la notte del 31 dicembre 2021. Questa azione è stata motivata dalla necessità di non perdere contributi pubblici essenziali basati sulla quantità della popolazione effettiva, i quali influenzano direttamente il bilancio comunale”, avvertono.

“Il dato importante che va sottolineato è che, ad oggi, al comune è stato negato l’accesso agli atti, perché “l’ISTAT non dà accesso ai propri dati mediante il Sistema di Gestione Indagini, in quanto deve prevenire l’identificazione dei soggetti interessati al censimento”, e la possibilità di verificare in contradditorio il numero dei cittadini effettivamente residenti nel nostro comune. In questo modo si evidenzia l’impossibilità dei comuni di disporre l’aggiornamento e addirittura la revisione dei dati forniti dall’anagrafe cittadino. In poche parole il dato ISTAT si sostituisce di diritto arbitrario all’anagrafe comunale. Questo solleva interrogativi sulla trasparenza e sulla possibilità dei comuni di disporre l’aggiornamento e la revisione dei dati forniti dall’anagrafe cittadina. Per questo motivo il TAR non ha ritenuto di entrare nel merito rigettando la richiesta del Comune di Capistrello. Ovvio che, una pronuncia del TAR a favore della tesi del Comune avrebbe rimesso in discussione tutti i dati dei circa 60 milioni di abitanti dell’Italia intera creando un precedente non da poco”, si legge ancora nella nota.

“Attualmente, il Comune non ha ottenuto riscontri sulle 189 persone in meno segnalate dall’ISTAT e non dispone nemmeno delle generalità di tali individui, per procedere alla eventuale cancellazione dal registro anagrafico e dalle liste elettorali. È bene chiarire che i dati del comune sono gestiti e trasmessi da una ditta esterna, rendendo impossibile all’ente comunale di travisare o manomettere lo stato attuale del conteggio confermando la trasparenza dell’amministrazione sulla trasmissione degli stessi. Ancora una volta la minoranza mistifica le notizie, il comune ribadisce con forza che la disputa attuale va al di là degli aumenti dei compensi, per di più stabiliti per legge, concentrandosi sulla perdita di ingenti somme erogate dallo stato in favore dei comuni sopra i 5.000 abitanti, sulla trasparenza dei dati demografici e sull’accesso agli atti dell’ISTAT negato. La minoranza politica è invitata a leggere attentamente le delibere e la documentazione inerente la pratica, a fare opposizione in modo responsabile, evitando strumentalizzazioni che danneggiano l’immagine della città e della intera comunità. Per l’amministrazione la chiarezza è essenziale per dissipare malintesi e manipolazione dei fatti della minoranza e permettere alla cittadinanza che sia informata sulla reale situazione attuale. Non serve lanciare proclami, falsi e ipocriti per apparire, o contestare e denigrare qualsiasi azione della maggioranza, basterebbe solo fare il proprio dovere per il bene della collettività anche come forza di minoranza. ma forse stiamo parlando di persone che non amano il proprio paese oppure non appartengono a questa comunità”, questa la conclusione.

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