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Carcere dell’Aquila, “Struttura nel pieno degrado, niente fondi”

"Precaria anche la situazione trovata in materia di sicurezza". Stamattina l'ispezione annunciata della Uil PA.

Quello che si è presentato agli occhi dei dirigenti UIL intervenuti nell’annunciata ispezione e che ha fatto seguito alla denuncia sulla presenza di topi all’interno di uno dei più importanti istituti penitenziari italiani, può essere tradotto in un’unica parola: degrado.

È così che inizia a parlare il segretario generale territoriale UIL PA polizia penitenziaria e componente della segreteria confederale CST UIL Adriatica Gran Sasso della sua visita appena effettuata in quel del carcere delle Costarelle.

“Per quanto riguarda la questione topi va detto che pur essendo intervenuti, a quanto pare, tecnici specializzati per cercare di impedire il loro ingresso insistono – tuona Nardella – nel loro scorrazzare. Gli ambienti di lavoro si presentano sporchi e in diverse situazioni, quali quelle riguardanti, ad esempio, il box riservato agli agenti operanti nella sezione nuovi giunti e presso la cucina detenuti, che più che un paese civile ricordano molto quella del terzo mondo (sembrerebbe comunque che il comandante di reparto non solo abbia già chiesto un intervento in merito ma anche trovato una pratica soluzione). Pulizie che spesso non vengono effettuate non per volontà della direzione ma per carenza di lavoranti preposti a farlo o per mancanza di appalti con ditte esterne. Arredi quali mobilio e sedie riservate agli agenti del block house, della portineria e dei vari box insalubri, scadenti ed osceni al solo guardarli”, avverte.

“Locali della mensa al limite della salubrità se non del tutto fuori dall’ambito del rispetto delle norme igienico sanitarie ( qui troviamo ruggine sulle scaffalature e finanche sulle cerniere dei finestroni; polvere e ragnatele presenti in prossimità del soffitto e dei ripiani strutturali che insistono sulle mura perimetrali; alcune celle frigorifere sono state trovate rotte con ovvia ripercussione che ciò potrebbe avere sull’ adeguata conservazione di carne, frutta e verdura; soffitti scrostati e con caduta di parti di vernice). Se per quanto attiene l’aspetto della salubrità non si può che essere molto preoccupati (ma ripeto non per volontà della direzione bensì per la mancanza di fondi) non meno difficile risulta essere la situazione trovata nell’ambito della sicurezza. Qui a fare gridare allo scandalo è la presenza di una struttura, qual è la REMS, che più che facilitare il compito dei poliziotti penitenziari aquilani li ha di fatto “imprigionati” in un sistema che sta minando e non poco la loro aspettativa in seno ai diritti soggettivi che son loro. Per via dei continui ricoveri di internati presso il reparto psichiatrico e provenienti appunto dalla vicina struttura di Barete, sono tantissimi (troppi direi) i poliziotti penitenziari chiamati a svolgere turni di piantonamento”, aggiunge.

Il tutto con inevitabile conseguenze su un organico che sarà pure carente, come afferma il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, in tutto il contesto nazionale (come se ciò potesse rappresentare una giustificazione) ma che viene inevitabilmente reso ancor più deficitario proprio da queste discutibili tipologie di situazioni.

Ci si chiede a questo punto a cosa è servito chiudere gli Ospedali psichiatrici giudiziari se continuano a fare permanere in capo alla polizia penitenziaria compiti che dovrebbero invece riguardare il personale delle Rems. Compiti che continuano, a quanto pare, ad essere assegnati all’amministrazione penitenziaria e per di più aggravati da una formazione necessaria nella gestione dei soggetti psicotici che, proprio in virtù della chiusura degli OPG, gli agenti chiamati a svolgerli ospedalieri non hanno più. Fortuna ha voluto che proprio per mano del segretario generale territoriale Nardella e grazie alla collaborazione fornita dalla Direzione sanitaria dell’ospedale San Salvatore il presidio ove i ricoveri vengono effettuati, gode finalmente dei requisiti all’altezza della situazione per ciò che concerne l’aspetto strutturale. Resta il fatto che, secondo Nardella, la chiusura degli OPG, seppur condivisa, è stata fatta senza aver offerto un adeguato seguito in materia di gestione extra degli internati in occasione proprio dei loro ricoveri in strutture ospedaliere”.

“In virtù di tutto questo l’impostazione data all’Aquila rappresenta, dal punto di vista dell’interazione polizia penitenziaria- gestione degli stessi, un autentico fallimento”.

Il direttore nel corso dei saluti finali si è detto pronto comunque a rivedere per quanto possibile l’assetto organizzativo che la UIL ha chiesto avvenga attraverso il contributo di un gruppo di lavoro da istituire ad hoc.

In quel caso saranno affrontati anche e soprattutto i criteri per la gestione del personale soprattutto in materia di rotazione dei posti di servizio.

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