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Caro affitti L’Aquila protestano gli studenti

"È necessario intervenire con politiche abitative"

“La protesta dell’Unione degli Universitari (UDU) ci dice che anche all’Aquila gli studenti hanno i loro problemi con l’affitto e che l’Amministrazione in realtà non sta facendo niente per risolverli”.

Ad affermarlo in una nota è Alessandro Tettamanti, coordinatore del tavolo Politiche sociali della Costituente democratica “L’Aquila Domani”.

Nel primo pomeriggio sono apparse infatti delle tende, ormai simbolo della protesta nazionale contro il caro affitti, anche presso il polo Scientifico di Coppito, con gli studenti e le studentesse dell’Udu che, armati anche di cartelli, hanno fatto sentire la propria voce e le proprie rivendicazioni in merito al disagio abitativo che molti fuori sede soffrono in città.

“Al di là del prezzo, talvolta aumentato, il problema più evidente all’Aquila è proprio quello di trovarla una camera”, continua Tettamanti. “Così mentre alcuni fuori sede, erasmus compresi, quest’anno sono stati costretti ad andar via – rimbalzati da una città che si definisce universitaria – molti appartamenti, compresi quelli pubblici, sono vuoti”.

“Il caso più clamoroso resta quello del collegio di merito ‘Ferrante d’Aragona’ costituito dal Comune e le due università aquilane, che vorrebbe mettere a disposizione una parte dei tanti appartamenti entrati a far parte del patrimonio immobiliare comunale in conseguenza dell’acquisto equivalente reso possibile dopo il sisma. Ebbene però tale Collegio, di cui il sindaco Pierluigi Biondi si è anche vantato nella televisione nazionale come esempio di buona amministrazione, a quasi due anni dalla sua nascita, ancora non mette a disposizione nemmeno una casa per gli studenti”.

“Per non parlare della ex caserma Campomizzi, oggi unica residenza universitaria pubblica all’Aquila e che però invece di esser messa nelle condizioni di avere ancora più posti, rischia di chiudere a fine luglio per ripassare nelle mani del Ministero della Difesa, in un momento in cui anche il Governo nazionale, spinto dalla protesta degli studenti, sta pensando a trasformare le ex caserme in alloggi per studenti”.

“Il problema degli affitti – prosegue l’esponente di L’Aquila domani – sul nostro territorio prende caratteristiche specifiche e variegate, ma non meno complesse per studenti e famiglie che vogliono vivere all’Aquila. Rimane piuttosto strano vedere una città in ricostruzione con tante case vuote sopratutto nel centro storico, un pezzo di offerta che rispetto al pre-terremoto sta venendo in parte a mancare. Anche in conseguenza di ciò, in particolare da quest’anno con la ripresa delle lezioni frontali nell’Università dopo il Covid, gli affitti nei quartieri vicino le facoltà sono tutti esauriti, mentre si è aperto il mercato dell’affitto in zone molto più periferiche, dove prima era impensabile vi fosse. Peccato però che questo avvenga in assenza di un trasporto pubblico degno di questo nome, che fa sì che solo gli studenti che hanno un auto possano accettare di rimediare nella seconda periferia”.

“A tutto ciò andrebbe aggiunto il capitolo della drammatica gestione del Progetto Case, ancora pensato come solo strumento di emergenza abitativa derivata dal sisma e il cui unico obiettivo da parte del Comune sembra essere quello di sbarazzersene, senza troppa cura per chi ci abita o ci potrebbe abitare”.

“Più in generale – continua Tettamanti – il modello socio-culturale che sta dietro la ricostruzione dell’Aquila, che il centro destra a trazione Fratelli d’Italia sta portando avanti, non sembra prevedere minimamente politiche pubbliche legate al diritto all’abitare che prendano in considerazione i bisogni di chi non è ricco, studenti o famiglie che siano”.

“Da qui la poca residenzialità del Centro storico e l’effetto cartolina che colpisce il diritto alla città, la sua ricostruzione sociale e il suo benessere in generale, pompando oltre il limite del reale la vocazione turistica della città che così pensata, anche all’Aquila, non fa che promuovere la politica degli affitti brevi alla air bnb, richiesti per lo più nell’alta stagione e che genera la minore offerta per studenti e famglie. Affitti che quindi, se non minimamente indirizzati dal pubblico, svuotano la città di residenti nonché di tutta quell’economia costituta dai piccoli esercizi ad essi legata, e che in qualche modo aveva sempre costituito l’anima della città”.

“La verità è che il problema dell’accesso all’affitto, non soltanto legato al merito come nel caso del Collegio Ferrante d’Aragona, e quindi del bisogno di politiche abitative pubbliche ad hoc che in qualche modo contengano le leggi del solo mercato, quest’amministrazione non se lo è finora minimamente posto. Per fortuna ci sono gli studenti e le studentesse a ricordarglielo, riportandola un po’ con i piedi per terra, mentre il sindaco e i suoi colleghi continuano ad imporre scelte sul centro che sono solo proiezioni ideologiche della propria supposta grandeur“.

“Il Partito Democratico aquilano lo scorso febbraio invece aveva avanzato la proposta concreta di utilizzare le risorse aggiuntive garantite con l’ultima manovra di bilancio, per interventi di natura sociale e di servizi. In particolare si tratta dei fondi del cosiddetto ‘ristoro delle maggiori spese e minori entrate’ sostenute dal Comune dell’Aquila dal 2009 in poi, una parte delle quali , pari a 1.8mln, si sarebbe potuta destinare proprio alle politiche abitative. Altrettante risorse provenienti dagli stessi fondi si propose di utilizzarle nella mobilità pubblica per potenziare il servizio e ridurre drasticamente il prezzo degli abbonamenti. Il sindaco allora rispose che il PD viveva nel mondo dei sogni. Preferiamo andare avanti guidati dal sogno di una città in cui non ci siano più diseguaglianze, piuttosto che rassegnarci all’incubo che il centro destra locale e nazionale pare abbia in serbo per la nostra città e tutto il Paese”, conclude.

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