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Caso De Cesare: “Inqualificabile ignoranza”

Il parroco di Antrosano torna a chiedere provvedimenti nei confronti dell'assessore che ha rivolto parole giudicate "offensive" verso il Papa

“Il vergognoso messaggio che un assessore, di sua nomina, ha postato su internet il giorno di Natale, oltre ad offendere il sottoscritto e migliaia di altri cittadine e cittadini, danneggia e infetta dal di dentro anche l’Istituzione Municipale, la Città intera e la Marsica tutta che in essa si rappresenta”.

Sono parole dure quelle che si leggono in un passaggio che don Aldo Antonelli, parroco di Antrosano, ha indirizzato al sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, sul caso De Cesare.

Il parroco parla di “inqualificabile ignoranza dello scrivente”, “accuse del tutto immotivate a quella che è la massima Istituzione morale e spirituale al mondo”.

LA LETTERA COMPLETA

Signor Sindaco,
mi rivolgo a Lei quale Sindaco di Avezzano, detto anche, comunemente, “Primo Cittadino”, là dove il “Primato” non sta ad indicare capacità competitive ma facoltà amministrative e relative responsabilità morali, oltre che penali.

Il vergognoso messaggio che un assessore, di sua nomina, ha postato su internet il giorno di Natale, oltre ad offendere il sottoscritto e migliaia di altri cittadine e cittadini, danneggia e infetta dal di dentro anche l’Istituzione Municipale, la Città intera e la Marsica tutta che in essa si rappresenta.

Sotto accusa non è solo la forma sgrammaticata ed asintattica del messaggio che dimostra così al pubblico la inqualificabile ignoranza dello scrivente, ma le accuse del tutto immotivate a quella che è la massima Istituzione morale e spirituale al mondo.

Come può accettare di mantenere come collaboratore un personaggio di cotanta specie?

Quale “Dignità” potrà mai Lei tenere per sé nel continuare a dar potere e fiducia a chi non conosce rispetto e non dimostra capacità di relazione al di là della propria trippa?

Con assessori siffatti (se ce ne fossero altri!), la politica senza volto ha perso la faccia ed è diventata la politica della svendita di fine stagione.

Ci pensi bene, signor Sindaco, e provveda quanto prima per un ritorno al gradino minimo di dignità per la sua politica e per la nostra città. Consapevole che non si fa politica con la morale, ma nemmeno senza!

Diversamente dovrà ritenersi responsabile dell’affossamento della città in una talassemia concettuale e etica senza rimedio.

Distinti saluti.
Aldo Antonelli

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