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Caso Liris, Smargiassi: “Ci sono estremi di un conflitto d’interessi”

Secondo il Presidente della Commissione Vigilanza in Regione Abruzzo "l’assessore ha agito senza nessuna richiesta di parere preventivo da parte dei settori regionali competenti. I dubbi sulla legittimità del reintegro rimangono”.

Nessun tipo di richiesta di parere, né al Servizio Legislativo né all’Avvocatura regionale, su possibili incompatibilità, né tantomeno su un potenziale conflitto di interessi tra il ruolo di Assessore al Bilancio e quello all’interno della Asl, è stato richiesto da Guido Liris. Nel corso della seduta della Commissione Vigilanza di Regione Abruzzo, infatti, l’Assessore non è stato in grado di fornire alcun tipo di documentazione, proveniente dagli organismi regionali, che legittimasse la sua scelta”. Ad affermarlo è il Presidente della Commissione Vigilanza Pietro Smargiassi del Movimento 5 stelle, che commenta l’esito della seduta nella quale è stato analizzato il caso Liris e la richiesta di reintegro da parte dell’Assessore all’interno della Asl 1. “A lavori conclusi, e ascoltate le risposte di Liris, ritengo che gli estremi per valutare sia la presenza di un conflitto di interessi sia eventuali cause di incompatibilità, siano presenti.”

“Sul diverso piano delle ragioni che hanno mosso le scelte dell’Assessore, tutto è stato motivato con quella che Liris definisce sinteticamente una “chiamata alle armi”. Chiamata che lo avrebbe visto reintegrato come membro dello staff della dirigenza. Ritengo – incalza Smargiassi – sia le azioni eseguite che le motivazioni con cui sono state giustificate, una grave leggerezza, che testimonia un atteggiamento superficiale e non accettabile da chi ricopre un ruolo delicato come quello dell’Assessore al Bilancio di Regione Abruzzo., soprattutto in un momento storico in cui è necessario un impegno al 110% da parte di chi è responsabile e deputato a trovare tutte le risorse finanziarie necessarie per l’emergenza Covid19”.

“I fatti risalgono allo scorso aprile – ricorda Smargiassi – quando fu la stessa Azienda Ospedaliera ad adottare inizialmente un documento ufficiale in merito, ritirato immediatamente dopo in autotutela. Alla luce di queste evidenze, le risposte da parte di Liris sono sembrate poco sostanziose e senza alcun appiglio normativo. Anche lo scambio di corrispondenza tra l’Assessore e la Asl1 a seguito delle prime reazioni, sono sembrate più un modo per correggere il tiro e provare a dare una giustificazione a quanto accaduto che altro. La sua difesa davanti alle domande sollevate, alcune delle quali suggerite anche dal resto dell’opposizione del PD, non ha fugato nessun dubbio sulla legittimità normativa e, soprattutto, sull’opportunità politica”.

“In questo senso mi preme ricordare che un politico viene messo in aspettativa rispetto all’esercizio delle funzioni che svolgeva prima proprio per poter dedicare anima e corpo a migliorare la vita dei cittadini. In un momento di grave emergenza, come quello del Coronavirus, non esiste motivazione valida per cui l’Assessore al Bilancio possa sottrarre tempo prezioso al recupero delle risorse per il proprio territorio. Se all’interno della Asl sarebbe comunque stato possibile trovare una figura sostitutiva, stessa cosa non si può dire per il suo ruolo in Giunta”.

“Di una cosa quindi sono certo: che le sue parole riguardo all’opportunità politica di ricoprire questo ruolo, non mi hanno convinto affatto”, conclude.

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