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Caso Lusi: 70mila euro di risarcimento a Rutelli

"Destinerò anche ad alcune delle mie azioni di volontariato i proventi di questa decisione del giudice"

“La Giustizia arriva. Dopo quella penale, oggi quella civile. E mi appaga delle ingiuste sofferenze subite, anche a causa degli spregiudicati media che hanno assecondato un calunniatore, anziché persone di onestà cristallina. Destinerò anche ad alcune delle mie azioni di volontariato i proventi di questa decisione del giudice”.

Lo afferma, come riporta Il Messaggero, Francesco Rutelli dopo la sentenza del Tribunale civile di Roma (18ma sezione) che ha condannato l’ex senatore Luigi Lusi, 63 anni, originario di Capistrello, per i danni arrecati con le calunnie all’ex presidente della Margherita, assistito in questo giudizio dagli avvocati Maurizio Morganti e Simone Grassit.

Pronunciandosi in base alla condanna definitiva per la calunnia contro Francesco Rutelli il giudice del tribunale civile, Damiana Colla, ha condannato Lusi a risarcire a Rutelli la somma di 70.000 euro oltre alle spese legali. La sentenza stabilisce che “l’odierna fattispecie di calunnia può essere equiparata, ai concreti fini del risarcimento del danno non patrimoniale, alla diffamazione di eccezionale gravità”.

Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, era stato già condannato a sette anni di reclusione, a dicembre del 2017, con sentenza definitiva della Cassazione, per appropriazione indebita. L’ex senatore, infatti, era accusato di aver sottratto 25 milioni di euro dalle casse del partito, e calunnia nei confronti di Francesco Rutelli.

Lusi nel 2012 venne arrestato con la moglie e due commercialisti con l’accusa di aver distratto fondi del partito. A febbraio del 2019, la guardia di finanza, gli confiscò beni per 9 milioni tra quote sociali, villa, box, terreno, conti correnti, assicurazioni e fondi d’investimento.

L’ex tesoriere della Margherita cercò di coinvolgere il partito con un dossier di 35 pagine, consegnato alla giunta per le autorizzazioni del Senato dove appunto precisava che i fondi venivano spartiti tra popolari e rutelliani (il 60 per cento ai primi e 40 ai secondi), e aggiungeva “di aver pagato fatture a importanti esponenti del partito. Per le loro attività politiche, non direttamente ma attraverso loro intermediari”.

Da qui la denuncia per calunnia di Rutelli. Nelle motivazioni della sentenza si evidenzia in particolare “la vasta diffusione e protratta risonanza delle dichiarazioni calunniose su numerose testate nazionali e non solo, le quali hanno costantemente riportato dichiarazioni del convenuto, aggiornamenti processuali e reazioni del mondo politico, peraltro ancora accessibili nelle versioni online, con perdurante pregiudizio alla reputazione, anche sul web”.

“Riteniamo – dichiarano i legali Morganti e Grassi – che la decisione del giudice sia corretta e abbia accolto tutte le nostre prospettazioni difensive, condannando l’ex senatore Lusi ad un risarcimento esemplare per le gravi calunnie perpetrate”.

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