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“C’era bisogno di Denaro per capire che carceri in affanno?”

Capece (SAPPE) replica alla consigliera comunale Stefania Pezzopane: "Come mai si interessa solo oggi del carcere dopo che per anni nulla ha fatto? Non sono esenti da colpe proprio i governi che la Pezzopane ha sostenuto nel passato, quando era parlamentare".

“Siamo abituati a sentire le ipocrisie dei politici che, quando sono all’opposizione, dicono una cosa e poi invece, quando sostengono la maggioranza, ne fanno un’altra. E il consigliere comunale dell’Aquila Stefania Pezzopane ne è una chiara dimostrazione. Si interessa oggi di carcere e di tematiche penitenziarie dopo che per anni nulla ha fatto per migliorare la situazione delle carceri abruzzesi. Eppure, è stata presidente della provincia dell’Aquila dal 2004 al 2010, senatrice della Repubblica dal 2013 al 2018 e deputata dal 2018 al 2022. Solo oggi scopre che servono interventi per il sistema carcerario e soprattutto per la Polizia Penitenziaria che in esso vi lavora?”.

È quel che si domanda, non senza polemiche, il Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Donato Capece, dopo alcune dichiarazioni odierne del consigliere comunale dell’Aquila Pezzopane.

“Scopre oggi che la situazione penitenziaria dell’Aquila e dell’Abruzzo è in affanno? C’era bisogno della detenzione di Matteo Messina Denaro per scoprirlo? Ma fino ad oggi dov’era?”, prosegue Capece. “Dov’era quando, per decenni, il SAPPE lanciava appelli ai politici abruzzesi per una nuova esecuzione della pena ed un nuovo ruolo del Corpo di Polizia Penitenziaria, per altro mai raccolti dalla politica e dalle istituzioni?”.

E Capece rincara la dose: “evidentemente Pezzopane non sa che l’Istituzione penitenziaria svolge ogni giorno, in Abruzzo e nelle altre regioni della Nazione, delicati compiti istituzionali. Il SAPPe ha in più occasioni sollecitato tutele ai poliziotti dell’Abruzzo per contrastare le aggressioni, le colluttazioni e i ferimenti che si verificano tante, troppe, volte all’interno dei penitenziari regionali, anche valutando l’opportunità di sospendere la vigilanza dinamica ed il regime detentivo aperto che sono stati la causa principale della crescita esponenziale degli eventi critici in carcere”, prosegue.

“Le carceri sono nel caos perché a questo hanno portato anni di ipergarantismo, dove ai detenuti è stato praticamente permesso di auto gestirsi con provvedimenti scellerati ‘a pioggia’ come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle Sezioni. E queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale, i detenuti violenti, non ha assunto severi ma giusti provvedimenti, necessari anche per scoraggiare pericolosi effetti emulativi. E non sono esenti da colpe proprio i governi che il consigliere comunale dell’Aquila Stefania Pezzopane ha sostenuto nel passato, quando era parlamentare”, conclude il leader nazionale del primo Sindacato del Corpo di Polizia Penitenziaria.

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