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Chirurgia protesica, dottor Grasso: “Passi da gigante”

Il 56enne, specializzato in Ortopedia e Traumatologia, opera presso la Casa di Cura Ini di Canistro

Comunicato stampa

 

“Il riconoscimento come alta specialità da parte del sistema sanitario nazionale, insieme ad una progressiva innovazione tecnologica, consente di rafforzare ulteriormente la chirurgia protesica, che qui alla Ini di Canistro è già una eccellenza”.

Ad affermarlo è il dottor Andrea Grasso, 56enne specializzato in Ortopedia e Traumatologia, a livello internazionale, che opera presso la Casa di Cura Ini di Canistro, in provincia dell’Aquila convenzionata nella mono specialistica in ortopedia e riabilitazione con il sistema sanitario nazionale.

Il reparto è una delle punte di diamante della struttura marsicana che fa parte del Gruppo nazionale Ini da oltre 70 anni operante in Abruzzo, Lazio e nel centro-sud Italia, con 10 strutture sanitarie, oltre 1200 posti letto e circa 2mila dipendenti.

Grasso, che è anche professore a contratto presso la scuola di specializzazione del Campus biomedico di Roma, ogni anno con la sua equipe, effettua 450 interventi protesici: “alla Ini di Canistro la chirurgia protesica riguarda le grandi articolazioni, ovvero anca, ginocchio e spalla, ed è un bene che il sistema sanitario nazionale abbia deciso di dare sempre più attenzione, allargando la possibilità di convenzionamento per questo tipo di chirurgia, che riguarda soprattutto le persone anziane con particolari problemi di tipo motorio”.

E conclude: “È fondamentale per la qualità di vita e di salute, perché chi è costretto a casa per problemi di deambulazione, va poi spesso incontro ad un decadimento generale delle sue condizioni. E sono gli anziani coloro che generalmente ne hanno bisogno, tenendo conto che la chirurgia protesica è molto costosa. Dunque, l’unico modo per affrontarla è quella della copertura dei costi da parte sistema sanitario nazionale”.

Nel Gruppo Ini, comunque, sono attive anche numerose convenzioni assicurative, che possono dar modo ai pazienti di affrontare l’intervento privatamente ma con la copertura assicurativa.

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