Diciannove anni senza Marco Pantani. Il giorno di San Valentino del 2004, l’Italia è rimasta sconvolta dalla prematura scomparsa di un grande campione del ciclismo, considerato il più grande scalatore dell’epoca moderna, uno dei pochi riuscito sino a oggi a infiammare i cuori di milioni di tifosi, appassionati e non di ciclismo.
Da allora la ricorrenza degli innamorati, nel mondo del ciclismo e in particolare a Cesenatico, città di nascita di Pantani e per questo considerata la capitale delle due ruote a pedale, riecheggia il ricordo del campione tra amarezza e rabbia. Ci si interroga ancora oggi per capire se la tragedia poteva essere evitata.
Per molti sarebbe bastato ascoltare ciò che il campione disse il 5 giugno 1999, quando venne clamorosamente sospeso da un Giro d’Italia che aveva già vinto. Quella mattina il “Pirata” venne preso di mira da una organizzazione legata alla Camorra che con i suoi tentacoli riuscì a scambiare le provette dei prelievi antidoping, alterando i valori dell’ematocrito. Quel giorno scattò la sospensione per tutelare la salute dell’atleta, ma Pantani sapeva benissimo che c’era del marcio, tant’è che andò subito a farsi fare delle analisi in un laboratorio riconosciuto dalla federazione ciclistica, così come sapevano tante persone che lo circondavano, tant’è che lo stesso 5 giugno 1999 ci fu chi parlò e disse che c’era una infiltrazione mafiosa legata alle scommesse clandestine, ma non venne ascoltato.
A distanza di anni vennero invece ascoltati dei mafiosi in carcere, i quali dissero quello che molti addetti ai lavori e tifosi sapevano da tempo, cioè che Marco Pantani fu raggirato e colpito da una organizzazione malavitosa.
Invece, dopo aver subito l’ingiusta sospensione dalle corse, lo sconforto, la rabbia inespressa e le fragilità di un carattere non certo sostenuto dall’ambiente del ciclismo, lo fecero precipitare nella depressione.
Oggi il “Pirata” vive nel ricordo e nella passione dei tifosi e delle tante persone che gli hanno voluto bene.
“Il Pirata” è ricordato anche in Abruzzo. Il 22 maggio 1999 Pantani è stato protagonista di una tappa passata alla storia con la vittoria a Campo Imperatore (L’Aquila).
Tappa rimasta nel cuore e nel ricordo di migliaia di abruzzesi che, sfidando la neve del Gran Sasso, quel giorno rimasero ore al freddo per ammirare le gesta di un grande campione.