In 80, all’ingresso in ospedale, nutrivano il sogno del parto in acqua ma i medici ne hanno potuto accontentare solo 30. Nel 2016 il vagito ‘liquido’, per il quale l’ospedale di L’Aquila ha allestito due anni fa un ambiente esclusivo, è stato per una cospicua quota di partorienti un desiderio forte, accolto però solo per un terzo delle richieste a causa di motivi legati a valutazione medica. L’aspirazione di partorire in acqua, opportunità offerta da un reparto tra i pochi in Abruzzo a disporre di questa opzione aggiuntiva, viene infatti filtrata da un’accurata analisi medica.
Solo se si passa il vaglio degli specialisti del reparto di ostetricia e ginecologia, teso a salvaguardare salute della donna e sicurezza della nascita, la donna acquisisce il privilegio di accedere allo spazio in cui è collocata la vasca del parto, sovrastata da suggestive porzioni di stellato, immersa in luci soffuse e rilassanti nonché percorsa da un filo di musica che, a seconda dei gusti, spazia da Mozart a Vasco Rossi.
Nel corso del 2016 sono state 30 le donne col pancione che, al reparto di ostetricia e ginecologia del San Salvatore, diretto dal prof. Gaspare Carta, hanno realizzato il sogno di dare alla luce un figlio con queste speciali modalità. Lo scorso anno, nella lista delle donne che coltivavano questo desiderio, c’è stata anche una quota proveniente dal Lazio, soprattutto dalla Ciociaria, a ribadire la capacità del reparto aquilano di attirare con la sua qualità utenza da fuori regione. Un ulteriore punto di forza del blocco materno infantile è costituito dal reparto di neonatologia, diretto dalla dr.ssa Sandra Di Fabio che, in stretta sinergia con ostetricia, assicura ogni anno oltre 100 trattamenti a beneficio dei bambini nati prematuri che necessitano di un’assistenza specifica.
Intanto, a dare un’ulteriore pennellata di classe, sul piano del dettaglio interno, c’è stato il completamento, nel dicembre scorso, dell’arredo della terza sala parto. Quest’ultima, al pari delle altre due, è ora rifinita con colori, luci, tende e altri particolari pensati per allestire uno spazio quanto più possibile accogliente e confortevole. La partoriente può scegliere quindi una delle tre sale parto in base alle tonalità cromatiche e alla specifica atmosfera, in un contesto studiato per cercare di sciogliere la tensione che precede l’atto della procreazione. Anche quest’anno, pur in presenza di un pesante calo delle nascite in tutta Italia, l’ostetricia ha mantenuto il numero di bebè sugli standard consueti. Anche nel 2016, infatti, il numero di parti ha superato la soglia dei mille, attestandosi a quota 1.017.
Intanto il prof. Carta, da anni alla guida del reparto, dopo aver ricoperto per tutto il 2016 la carica di presidente nazionale dell’Aiug (associazione italiana di urologia ginecologica) è stato riconfermato ai vertici nazionali dell’associazione nella veste di presidente senior: un riconoscimento ai più alti livelli dell’attività svolta dal reparto di L’Aquila.
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