Ci sono tre condizioni imprescindibili per procedere alla riforma delle concessioni demaniali marittime. Le ricorda in una dichiarazione rilasciata all’agenzia ANSA, il coordinatore nazionale di CNA Balneari Cristiano Tomei. «Si tratta – dice – dell’avviamento commerciale al netto degli investimenti, del diritto di prelazione e della mappatura: condizioni assolutamente necessarie per avere delle garanzie e ottenere un riconoscimento agli attuali concessionari. Da qui devono prendere le mosse le possibili azioni per il futuro». A detta di Tomei, «occorre soprattutto il riconoscimento dell’avviamento del valore commerciale e di tutto il lavoro che negli anni le imprese balneari hanno profuso per arrivare all’attuale sistema italiano della balneazione.
Riconoscimento che va considerato al netto degli investimenti effettuati: perché c’è un lavoro che ha trasformato l’offerta turistica delle nostre spiagge, anche grazie alla professionalità e all’esperienza degli operatori. E questo è a tutti gli effetti un valore aggiunto alla nostra economia, che fa dei nostri stabilimenti un contesto unico».
Seconda condizione è il riconoscimento del diritto di prelazione: «Le 30mila concessioni italiane – aggiunge – sono per la maggior parte micro-imprese a conduzione familiare. Operano su un’area demaniale, sì, ma su di essa hanno costruito un’azienda che è stata realizzata non solo a livello materiale, ma anche con i servizi di qualità frutto del proprio lavoro: e questo criterio vogliamo sia riconosciuto». Quanto infine alla mappatura delle nostre coste, il coordinatore di CNA Balneari afferma che «serve un periodo transitorio, chiesto anche dai comuni costieri, affinché si possa effettuare una ricognizione in grado di mettere in evidenza tanto le aree occupate che quelle disponibili per nuove iniziative».