È attesa da ormai 14 anni, dal sisma che devastò L’Aquila, la ricostruzione del santuario di San Domenico Abate a Cocullo (L’Aquila): lo ricordano molti degli abitanti del piccolo centro abruzzese anche in considerazione del percorso tradizionale che veniva fatto durante la festa del santo patrono, caratterizzata dal rito secolare dei serpari che ha reso famosa la località della Valle del Sagittario e che si è celebrato oggi nonostante il maltempo.
“La ricostruzuione dei luoghi votivi – spiega all’ANSA il segretario dell’associazione ‘Alfonso di Nola’, Pasquale D’Alberto, che organizza l’evento insieme con la Pro Loco e il comune di Cocullo – e dei luoghi religiosi dopo il terremoto del 2009 nella provincia dell’Aquila sta segnando il passo rispetto a quella che è la ricostruzione delle abitazioni private e degli edifici pubblici”.
“I lavori sono in corso, prima o poi anche il rito dei serpari tornerà a svolgersi nel santuario che è il luogo deputato a questa cosa: voglio comunque ricordare il fatto che è importante che si svolga nella chiesa principale di Cocullo che sta al centro del paese”.
Nello scorso febbraio sono stati affidati i lavori di riparazione, recupero e restauro del santuario, grazie ad un finanziamento di 1,3 milioni di euro del Cipe; ad aggiudicarsi l’appalto la ditta Ottavi Costruzioni di Subiaco (Roma). Secondo quanto previsto dal ministero della Cultura i lavori dovranno essere conclusi entro un anno dalla consegna del cantiere, salvo eventuali proroghe.
Il santuario, quasi completamente ricostruito a partire dal 1865, sorge sul luogo di una chiesa più antica, dedicata a san Domenico sin dal XVII secolo, periodo in cui divenne patrono di Cocullo. Nel 1902 a causa di problemi economici e strutturali fu smantellata buona parte della cupola, poi risistemata. Il santuario subì gravi danni nei terremoti del 1984 – con successivo restauro – e del 2009 anno dal quale è chiuso al culto.