Corre l’obbligo di formulare alcune precisazioni in ordine all’appello del Comune dell’Aquila in una delle cause citata ieri da un quotidiano e relativo al crollo dell’edificio di via Campo di Fossa, in occasione del terremoto del 6 aprile 2009. Crollo nei quali, purtroppo, si registrarono numerose vittime.
Precisazioni che hanno l’unico scopo di chiarire la posizione dell’Ente, che non ha promosso alcuna azione contro i familiari delle vittime. La delibera della giunta comunale con cui l’avvocatura comunale è stata autorizzata a impugnare la sentenza di primo grado concerne solo ed esclusivamente le spese che, secondo il provvedimento del tribunale, l’amministrazione civica dovrebbe pagare agli eredi del progettista.
In altri termini, la Municipalità è stata assolta da ogni responsabilità, ma è stata condannata a rifondere le spese agli eredi del progettista. Già altre tre volte, per giudizi identici, il Comune ha appellato le sentenze che l’avevano illegittimamente condannata alle spese, vincendo già in due occasioni, mentre la causa sulla terza impugnativa è ancora in corso.
Tutto qui. Unico e solo scopo dell’amministrazione comunale è quello di non pagare – perché, secondo una valutazione dell’avvocatura, la stessa amministrazione non è tenuta a farlo – i 20mila euro nei confronti degli eredi del progettista e di evitare, pertanto, un oneroso e ingiusto esborso di denaro a carico delle casse dell’ente e dunque dei cittadini.
Si ribadisce, nessuna iniziativa contro i familiari di quelle vittime che ancora oggi, a più di 14 anni di distanza da quella tragedia, restano e resteranno sempre nei nostri cuori.
Così in una nota il Comune dell’Aquila