Il prossimo 30 novembre si avvieranno ufficialmente i lavori della COP28, la ventottesima edizione della Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico, delle Nazioni Unite. Quest’anno si terrà a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, fino al 12 dicembre.
Paolo Della Ventura, ambasciatore del Patto europeo per il Clima della Commissione europea, con nomina della DG CLIMA (la Direzione Generale per l’azione per il clima dell’UE) dall’ottobre 2021, ne seguirà i lavori da accreditato UN Climate Change* con la squadra di Italian Climate Network, di cui è socio dalla scorsa primavera, che segue da molti anni i negoziati internazionali sul clima come NGO (Organizzazione non governativa).
“Sono molto grato a Italian Climate Network per la fiducia che mi è stata accordata, in particolare da Jacopo Bencini (contact point per UNFCCC) e Marirosa Iannelli (coordinatrice della sezione Clima & Advocacy di ICN), entrambi componenti del Consiglio direttivo” -afferma Della Ventura. “Sarà senz’altro un’esperienza impegnativa e complessa, ma anche affascinante per chi segue le politiche climatiche ed energetiche. Personalmente ho solo da imparare da chi segue i negoziati da molti anni e ne fa comprendere le relative dinamiche e i riflessi”.
Molta attesa sui lavori e sulle conclusioni che arriveranno dai negoziati mondiali sul clima che stanno per iniziare, soprattutto alla luce del superamento nel corso del 2023 delle temperature medie globali, seppur temporaneamente, non solo della prima soglia indicata dall’Accordo di Parigi del 2015 (1.5°C) in diversi giorni dell’anno, ma anche della soglia dei 2°C (lo scorso 17 novembre). Nonché degli ultimi rapporti degli organismi scientifici e istituzionali, da ultimo l’Emission Gap Report 2023. Il rapporto dell’UNEP (il Programma per l’Ambiente dell’ONU) sul percorso nella riduzione delle emissioni dei gas serra in atmosfera “ha infatti evidenziato”, aggiunge Della Ventura, “che siamo molto lontani da quanto fu previsto a Parigi da COP21 e successivamente rimarcato sia a Glasgow due anni fa (COP26) che a Sharm el-Sheikh lo scorso anno (COP27). Se le politiche dei governi non cambieranno velocemente e non saranno implementate subito reali azioni climatiche, lo scenario a fine secolo, secondo il Rapporto, è di un aumento della temperatura media globale compreso tra 2.3 e 2.9°C. Tutto quello che abbiamo visto e vissuto negli ultimi 12/18 mesi, infatti è bene sottolineare, è con un aumento che oggi è assestato tra 1.3 e 1.4 gradi”.
Fortunatamente però, sottolinea Della Ventura, “nel frattempo abbiamo avuto segnali molto incoraggianti, per esempio sul fronte delle energie rinnovabili: negli ultimi due anni è stata installata nuova capacità da energia rinnovabile, solare ed eolica soprattutto, per quasi 800GW a livello globale (circa 300 nel 2022 e circa 500 quest’anno), che è tantissimo. Ma non basta perché – conclude – le energie fossili non stanno diminuendo: dobbiamo sostituirle con le rinnovabili, non sommare queste ultime alle prime, ai fini di quella che gli esperti chiamano la mitigazione, cioè la riduzione delle emissioni”.
Molti i temi sul tavolo, o meglio sui tavoli, dei negoziati Onu di quest’anno: dall’implementazione e dal finanziamento del meccanismo del Loss & Damage, per finanziare i danni e le perdite subite dai Paesi climaticamente più fragili, da parte dei principali emettitori storici, al primo Global Stocktake, cioè un’analisi a livello mondiale di tutto quanto fatto fino a oggi, in termini di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, previsto sempre dall’Accordo di Parigi, “che potremmo definire quasi come una sorta di Costituzione dei Paesi della Terra”, rispetto a quanto ciascun Paese (o Parte) ha scritto nei propri Piani sul Clima (gli NDC, cioè, ricorda in chiusura Della Ventura “i contributi determinati a livello nazionale”).
L’Unione Europea porterà la propria posizione ai negoziati sul clima, nella quale spiccano la richiesta della fine di tutti i sussidi diretti e indiretti ai combustibili fossili, a livello nazionale, comunitario e globale, “il più presto possibile e al più tardi entro il 2025”, si legge in una recente risoluzione del Parlamento europeo; l’eliminazione graduale e tangibile dei combustibili fossili il più presto possibile e l’interruzione di tutti i nuovi investimenti nell’estrazione di combustibili fossili, nonché l’obiettivo globale di triplicare le energie rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030.
Della Ventura a inizio anno aveva incontrato a Bruxelles l’allora vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, commissario UE al Green Deal, sottoponendo alla sua attenzione un documento sul ruolo degli ambasciatori del Patto europeo per il clima nell’attivazione per l’azione climatica nei decisori politici e nel sindacato. Il molisano di Campobasso e aquilano di adozione, infatti, è membro degli organismi direttivi provinciale e regionali (Abruzzo e Molise) in FLC (e) CGIL, dentro i quali sta portando avanti i temi della transizione energetica ed ecologica.
*UNFCCC: United Nations Framework Convention on Climate Change,
Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici
Comunicato stampa