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Covid-19, le due donne di Collarmele non tornano più a casa

Dopo una lunga notte e un giorno intero di telefonate, articoli, post e spiegazioni richieste a più livelli, la doccia fredda: le due donne, mamma e figlia, di Collarmele, contagiate dal Covid-19 ma in fase di guarigione, non tornano più a casa oggi. Forse torneranno a Collarmele lunedì.

“Devono fare il tampone, prima”, ci spiega l’unica figlia ferma a casa, anche lei positiva al Coronavirus e per questo in isolamento domiciliare. Laura è rimasta in costante contatto con la nostra Redazione. Noi le abbiamo chiesto di tenerci informati, di farci sapere quando sarebbe avvenuto il rientro a Collarmele. Di mandarci anche una foto delle pazienti che varcano la soglia dell’abitazione. Dopo tutto quel che è accaduto, insomma, il loro rientro o rimpatrio (per gli animi più romantici) pareva essere la ciliegina perfetta di una riconquista sociale e di calore di comunità, apposta su una torta un poco storta.

“Tampone che può essere fatto solo a L’Aquila, a quanto pare – avverte la figlia – Ci hanno garantito, comunque, che lunedì potranno tornare a casa. Ma non so quanto può essere vera questa affermazione. Nelle ultime dichiarazioni, il sindaco Biondi dice che noi ci saremmo inventate tutto e che abbiamo alzato un polverone di polemiche per nulla. Afferma che la colazione ci è arrivata in ritardo, quando mia madre e mia sorella possono confermare che questo primo pasto della giornata non lo hanno mai visto. Una sua esternazione che ci ha fatto davvero arrabbiare. Ricordiamoci che noi siamo pazienti contagiate, ricordiamoci, per favore, che si sta parlando di persone malate, di soggetti deboli. Ricordiamoci che la polemica l’abbiamo fatta a fronte di un’emergenza che è diventata disorganizzazione e poi scomodità e disagio. Le lamentele le abbiamo divulgate per beni di prima necessità mancanti, come una semplice bottiglietta d’acqua. Noi rimaniamo sbigottite: ma poi perché nessuno ci ha telefonato? Perché nessuno ha telefonato al nostro sindaco Mostacci alla luce del “disguido” che abbiamo subito? Dire, ad esempio, che mia madre e mia sorella devono ancora effettuare il tampone, significa che quella famosa notte erano malate a tutti gli effetti, soggetti deboli a tutti gli effetti, ergo bisognose di un’assistenza adeguata che, ripeto, non c’è stata”.

Questo il post pubblico del primo cittadino Mostacci sulla vicenda: “Ho appena ascoltato la conferenza stampa del sindaco del capoluogo di Regione e sinceramente sono rimasto un po’ sconcertato. Mi aspettavo una dichiarazione del tipo ‘comprendete lo stato di emergenza, in questi casi qualche problema lo si può avere, abbiamo risolto ora è tutto ok’. Invece no. Preciso: io ho riportato esattamente quello che è successo e che mi è stato riferito dalla nostra concittadina, che ha vissuto “direttamente”questa storia. Quindi, da quello che ho compreso lei si è inventata tutto; ha immaginato che quando sono arrivate hanno dovuto utilizzare le coperte di altre stanze perché era freddo, (se non ho capito male il sindaco la temperatura l’ha fatta misurare la sera del giorno successivo al loro arrivo). In merito alla colazione (ma dico colazione per dire qualsiasi genere si conforto, acqua), la protezione civile mi dice che c’è stato stato un problema col catering mentre il sindaco ci dice che c’era una emergenza sanitaria in corso e quindi non si poteva portare. In merito alla mancata telefonato al sindaco del Capoluogo di Regione io ho chiamato la prefettura, un consigliere regionale e purtroppo non avuto i riscontri che cercavo ( ero a conoscenza della situazione dalle 9 e ho denunciato il “presunto fatto” alle 13. Addirittura stamattina, dopo che ieri sera avevano assicurato il trasporto delle signore a Collarmele, tramite comunicazione fatta alle stesse nel tardo pomeriggio , ci hanno comunicato per telefono, che non le trasferivano più perché erano da sottoporre a tampone..solo dopo insistenze , considerata anche la pressione psicologica a cui erano sottoposte le mie concittadine , ci hanno comunicato che potevano trasferirle. Ma non finisce qui. È appena arrivata una mail che comunica alla sig.ra che deve restare all’Hotel Cristallo……sembra il gioco dell’oca; risento la Protezione Civile e mi dice di stare calmo perché loro hanno informazioni diverse. Il sindaco del capoluogo di Regione, che non ho avuto il piacere di conoscere personalmente, se non in qualche contesto assembleare, mi definisce effervescente, ma sono solo il sindaco di un piccolo paese che cerca di tutelare, finché sarà ancora possibile, i piccoli, e per molti insignificanti, interessi dei sui cittadini. Comunque se tutto quello che è stato detto è falso, se c’è stata mistificazione da parte nostra, se abbiamo creato un caso ed abbiamo turbato qualcuno ce ne scusiamo e aspettamiamo che la procura della repubblica faccia le proprie verifiche. PS mi sarei anch’io aspettato una telefonata del Sindaco del capoluogo di regione, non a me, ma alle mie concittadine per chiedergli come stavano e cosa era successo….ma non è stato così. Torno nel mio piccolo, il palcoscenico è tutto vostro. Ah dimenticavo….ulteriore rettifica, le portano a casa…..no,.anzi no, tornano lunedì…..forse, boh”.

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