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CRUA, Cambise replica a Quaglieri

Ancora dibattito sulle sorti dell'ex CRAB

Ancora dibattito sul ruolo del CRUA in merito all’emergenza coronavirus. Al consigliere regionale Mario Quaglieri ha risposto Aurelio Cambise.

“Gentile consigliere regionale, Dott. Mario Quaglieri, mi permetto di rispondere a quanto Lei mi attribuisce riguardo al CRUA. Non sono un esperto del settore, non sono un politico, non vivo di politica, ma mi interesso in qualche modo della cosa pubblica con tanti amici che mi hanno voluto in mezzo a loro. Nessuno potrà tacitarmi, perché sono un uomo libero. Sono un professionista che cerca di fare del suo meglio, ma quel che dico è frutto di aspirazioni che ogni cittadino vorrebbe si realizzassero nel proprio territorio. Il cruccio consiste nel vedere altre zone che vanno avanti in fatto anche di sanità, mentre la nostra rischia di morire. La politica indiscriminata dei tagli è semplice e non mi riguarda, come pure non mi riguarda la sterile polemica politica. Quando scrivo, sento anche pareri di accademici e di persone esperte in epidemiologia e mi affido a loro. Per ritornare al CRUA, soppresso volutamente e maldestramente dalla politica dei tagli, ho semplicemente fatto riferimento a quanto espresso dall’Amministratore Unico Rocco Micucci. Lo stesso dice che il laboratorio è funzionale soltanto ad un livello di sicurezza 2 e non a 3, come richiede il Ministero della Salute. L’Amministratore Unico ritiene proponibile con 100 mila euro questa ulteriore funzionalità.

Su questa tematica sono stati d’accordo vari Sindaci marsicani, la responsabile dell’IDV, Sabrina Nanni, alcuni medici e i consiglieri provinciali Roberto Giovagnorio e Gianluca Alfonsi. Che cosa vuole Lei da me che, ripeto, sono un semplice cittadino, che aspira a veder crescere anche il nostro territorio marsicano, che fino a questo momento ha conosciuto soltanto tagli nella sanità (Chiusura dell’ospedale di Tagliacozzo, di quello di Pescina, della clinica Santa Maria di Avezzano), nei trasporti, nelle scuole, nel Tribunale…? Io, vedendo intorno a me le drammatiche e struggenti situazioni create da questo maledetto virus, ho subito notato che nella Marsica non esiste la terapia intensiva per il COVID 19. E’ peccato desiderare un qualcosa che funzioni anche vicino a noi? Nessuno potrà distogliermi dall’idea che anche da noi sia bene spendere risorse per essere all’altezza di tanti altri territori esemplari. Riguardo alle strutture edilizie, forse piove dal tetto dell’ospedale di Tagliacozzo o di Pescina o della clinica Santa Maria o del Tribunale o delle Scuole…? Se piove, si può correre ai ripari. Io mi sono permesso di fare appello alle Istituzioni della Regione Abruzzo, senza voler far polemiche pretestuose. A chi, d’altronde, mi sarei dovuto rivolgere? Mi sono battuto per la linea ferroviaria Pescara – Roma, linea rimasta ai livelli di fine Ottocento, sempre perché vedevo tagli drastici fino a non poter viaggiare per Pescara senza difficoltà estreme , come tanti cittadini delle nostre aree interne. Per questo mi sono rivolto all’ex Presidente della Regione Abruzzo, Senatore Luciano D’Alfonso, all’Onorevole Stefania Pezzopane, all’ex Presidente del Consiglio Regionale, Arch. Giuseppe Di Pangrazio, al Segretario del PD di Avezzano, Ing. Giovanni Ceglie, al Dipartimento dei trasporti della Regione Abruzzo, all’ex consigliere regionale con delega ai trasporti, Avv. Maurizio Di Nicola, all’Onorevole Camillo D’Alessandro, all’ex Sindaco di Avezzano, Dott. Gianni Di Pangrazio, al Direttore di Trenitalia Abruzzo…Tutti, devo dire, mi hanno dato ascolto e li ringrazio per il loro interessamento e qualcosa è stato ottenuto. Ora è caduto il mondo per aver sostenuto il CRUA a favore di tutta la Comunità marsicana?. Devo dire che l’ex Sindaco di Avezzano, Dott. Gianni Di Pangrazio, mi ha sempre incoraggiato e si è speso sempre per il territorio con umanità, senza arroganza e senza presunzione (A volte è difficilissimo accostarsi a chi ha il potere e non vuole essere disturbato nella sua pace, perché ha sempre ragione!). Io chiedo soltanto unità tra noi cittadini tutti, che drammaticamente stiamo prendendo coscienza della nostra precarietà e fragilità. Solo questa paura mi ha portato alla richiesta di un presidio sanitario capace di contrastare il virus anche nel nostro territorio. Pensi ora la Regione a dare qualche risposta, che non sia di netto rifiuto: questa è la via più facile e per niente costosa, prima che sia troppo tardi. Si lavora in prospettiva e non solo per il momento, perché situazioni tragiche malauguratamente possono sempre riaffacciarsi nello scenario del mondo. Abbiamo visto tanti esempi positivi, come gli ospedali da campo, sorti in poche ore e strutture riconvertite per l’occasione; dunque anche da noi, con un mese, si sarebbero potute adeguare alla necessità del momento alcune strutture, tra cui anche il CRUA. Io penso che, forse, ancora si possa fare qualcosa”.

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