È un vero è proprio allarme quello lanciato dal vice capogruppo del Pd in Consiglio regionale Dino Pepe secondo il quale: “se la Regione Abruzzo non trasferisce nell’immediato le risorse promesse, il consorzio di ricerca unico d’Abruzzo (Crua), a causa dei debiti accumulati, rischia di essere dichiarato fallito. Nello specifico” aggiunge Pepe “non sono mai stati trasferiti parte dei fondi, pari a 300mila euro, che la Giunta regionale, in particolare l’assessore all’Agricoltura Emanuele Imprudente aveva previsto, per l’anno 2021, nel piano economico e finanziario di risanamento del Crua. Si tratta di una vera corsa contro il tempo in quanto, per quello che ci risulta, la prossima udienza decisiva è già fissata per i primi giorni di giugno prossimo. Non è la prima volta che ci troviamo a denunciare le mancate promesse del centrodestra in Regione Abruzzo”.
“La questione relativa al Crua è molto grave in quanto alla situazione di allarme economico si somma la totale assenza di commesse per il centro di ricerche. È da segnalare” rimarca ancora Pepe “che anche la situazione dei dipendenti, a cui va tutta la nostra solidarietà e vicinanza, è da considerare emergenziale, infatti, sono sette le mensilità di stipendi arretrati, a cui si aggiunge il fatto che i lavoratori non percepiscono nemmeno i fondi di integrazione salariale (Fis) da ottobre 2021 per errori di natura tecnica. È da oltre tre anni che, nonostante i ripetuti annunci e i buoni propositi rimasti ad oggi lettera morta, l’attività del centro è sostanzialmente ferma” continua ancora Pepe “la giunta Marsilio non ha avuto la capacità di offrire, attraverso il Crua, dei servizi essenziali di interesse strategico del settore agricolo. Bisogna ora intervenire prima che sia troppo tardi, la Regione Abruzzo, come anche il settore agricolo, non possono permettersi di privarsi di un centro di eccellenza. L’appello che rivolgo alla maggioranza” conclude la nota “è quello di intervenire immediatamente per scongiurare una chiusura definitiva ed al contempo mettere in atto un serio piano di risanamento e rilancio del consorzio, della struttura della marsica in particolare, cogliendo le opportunità del Pnrr rivolte al settore della ricerca in agricoltura e diversificando il piano dell’offerta anche ad altri settori che posso essere, ad esempio, quello idrico, alle attività di supporto all’Istituto Zooprofilattico e a quelle dei privati”.