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Dall’Abruzzo a Berlino, disco su 10 big del calcio mondiale

Registrato in un paese, in pandemia. Un esempio per i borghi

In un paese d’Abruzzo, una vecchia casa in attesa di ricostruzione post-terremoto viene adibita a studio di registrazione e in piena pandemia, tra le difficoltà degli spostamenti internazionali, diventa fulcro di una triangolazione artistica con Berlino e Londra.

In questo contesto nasce ‘Viva Lion Football Club‘, disco a tema, 10 canzoni su 10 campioni del calcio mondiale, da Pelè a Totti, da George Best a Maradona, in uscita il 10 febbraio sulle piattaforme digitali per Primrose/Flipper Music.

Viva Lion è il nome d’arte del musicista Daniele Cardinale, autore tra l’altro di 6 canzoni della serie Sky su Francesco Totti “Speravo de morì prima” (2021). Dopo questa serie, Fabio Di Bari di Flipper Music commissiona a Viva Lion un disco sul calcio e nasce un lavoro più punk-rock rispetto al suo genere indie-folk. Dopo il lockdown si ritira da Roma a San Demetrio ne’ Vestini (L’Aquila), dove ha origini e casa, per trovare ispirazione.

Il disco è stato interamente registrato in Abruzzo, in una casetta che da oltre 12 anni attende la ricostruzione e dove altri due musicisti del luogo, Davide Sablone e Adriano Milone, avevano costruito un piccolo studio di registrazione. Saranno loro a ospitare Viva Lion, registrando e suonando chitarra, basso e batteria in alcuni brani. Accanto allo studio c’è la casa del nonno di Viva Lion, Orlando Cardinale, emigrato a Nizza, musicista jazz e suonatore di tromba al Casinò di Montecarlo. Finita la registrazione, il disco è volato a Berlino per il mixaggio con il produttore Federico Coderoni per fare poi tappa a Londra, per il mastering fatto dall’artista canadese Jonah Falco, batterista della band punk Fucked Up.

“È stato un modo per mettere questo luogo al centro di una collaborazione internazionale. Ho suonato negli Stati Uniti e in Europa, ma se non ci fosse stata la pandemia non sarei arrivato all’avventura di trasferirmi in Abruzzo”, racconta Viva Lion.

All’inizio dell’epoca Covid molti esperti avevano parlato dei borghi come luoghi dove vivere in modo più sano. Oggi restano le parole e mancano i fatti concreti per la rinascita delle aree interne. Mentre il tempo e le occasioni passano, qualcuno si attrezza da solo.

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