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DDL Tartufi, il presidente Fnati: “Non uccidete libera cerca”

Fabio Cerretano in audizione al Senato. Il presidente ha ribadito l’importanza della libera cerca come pilastro della tradizione tartuficola italiana.

La Commissione agricoltura del Senato ha accolto in audizione di Fabio Cerretano, presidente della Fnati (Federazione nazionale associazioni tartufai italiani) nell’ambito della discussione sulle modifiche al DDL 1412, relativo alla disciplina in materia di tartufi.

Un intervento articolato e dettagliato, quello di Cerretano, che ha voluto sottolineare con fermezza la posizione dei cavatori italiani della FNATI a difesa della libera cerca e dei territori naturali del tartufo.

“Per prima cosa sgombriamo ogni dubbio sulla nostra posizione in merito alla coltivazione tout court del tartufo”, ha affermato, “impiantare una tartufaia ex novo significa lavorare il terreno, mettere a dimora le piante micorrizate, curarle e attendere la produzione del tartufo. Questa filiera non è mai stata messa in discussione dai cavatori. Quello che ci sta a cuore è la limitazione alla proliferazione delle tartufaie controllate e delle riserve di raccolta in genere, anche attraverso recinzioni selvagge”.

Il presidente Fnati ha ribadito l’importanza della libera cerca come pilastro della tradizione tartuficola italiana. “Se non ci fosse stata la libera cerca”, ha aggiunto, “il mondo non avrebbe conosciuto il tartufo italiano e l’Italia non avrebbe i livelli di produzione che ha oggi”.

Secondo i dati riportati da Cerretano, “allo stato attuale il prodotto naturale spontaneo rappresenta circa il 90% del prodotto nazionale, e il 100% se parliamo di tartufo bianco pregiato”.

Un passaggio centrale dell’audizione è stato dedicato alla difesa del patrimonio culturale rappresentato dalla cerca e cavatura del tartufo, riconosciuta come patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco. “Siamo stati noi”, ha chiarito, “a opporci al patrimonio transnazionale perché crediamo nell’unicità della cultura e della storia italiana di cui la cerca e cavatura del tartufo è parte integrante”.

Cerretano ha sollevato anche criticità di ordine fiscale e normativo, in particolare sull’introduzione di nuove figure ibride come quella dell’“hobbista commerciale”, giudicata un “orrore tributario”, e sull’assenza nel DDL di un riconoscimento adeguato delle associazioni dei tartufai, “mentre trovano spazio solo quelle della produzione e commercializzazione”. Ha inoltre denunciato il rischio di distorsioni fiscali qualora la normativa favorisca il passaggio da redditi d’impresa a redditi agrari in assenza di reale produzione.

Infine, un appello diretto alla Commissione: “Onorevoli, Senatori, vi imploriamo affinché la difesa del tartufo e del suo ambiente non rimangano lettera morta. Vi prego, a nome mio e di tutti i 200.000 cavatori italiani, di non uccidere la libera cerca!”. Cerretano ha ribadito la disponibilità di Fnati a collaborare con le istituzioni per un testo condiviso che tuteli il tartufo, il suo habitat e la tradizione secolare della cerca, garantendo equità e trasparenza per tutti gli attori del settore.

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