“La Camera di commercio dell’Aquila è completamente isolata. Lo dimostra quanto sta accadendo nel braccio di ferro con Teramo per la formazione della nuova Camera di commercio del Gran Sasso d’Italia.
Una partita che il presidente dell’ente aquilano, Lorenzo Santilli, dopo il passaggio in consiglio camerale, ha preferito giocare a suon di diffide e richieste di risarcimento danni. A farne le spese sarà solo il sistema imprenditoriale locale”.
Ad affermarlo è l’ex vice presidente della Camera di commercio dell’Aquila e direttore della Cna provinciale, Agostino Del Re, che chiede “un incontro immediato con i referenti di tutte le associazioni di categoria del territorio.
Il ricorso al Tar annunciato dall’ente camerale teramano, rispetto al decreto della Regione che dà il via libera alla formazione del consiglio della Camera di commercio unificata”, spiega Del Re, “è la risposta chiara ed inequivocabile alla chiusura della Camera di commercio dell’Aquila che ha inteso andare avanti a testa bassa, cancellando la strada del dialogo costruttivo con i colleghi di Teramo. Appare non più prorogabile la convocazione di un tavolo allargato, con tutte le associazioni di categoria, per definire il percorso da intraprendere, alla luce dell’immobilismo della Camera aquilana, ammesso e denunciato in una nota di qualche mese fa, dallo stesso presidente Santilli. Tanto più che, a condurre la partita della fusione”, evidenzia Del Re, “è un presidente che non ha il sostegno delle forze associative che rappresentano l’economia locale. E lo stesso vale per i componenti di giunta”.
Del Re chiede chiarezza anche su una serie di dubbi sollevati dalla Camera di commercio di Teramo, “che dalla sua ha tutte le istituzioni e la politica locale, al contrario dell’Aquila dove non si è levata una sola voce favorevole”, su due questioni poste in conferenza stampa dai teramani: i bilanci dell’ente aquilano e la fusione tra Cresa e Agenzia per lo sviluppo