“È arrivato il momento che il sistema dello Sport italiano prenda coscienza che è ora di dire basta alle continue prese in giro da parte del governo. Come prima cosa bisogna che lo Stato diventi promotore dello sport in generale, e segnatamente per quello di base e dilettantistico (come avviene in tutte le nazioni europee)”. Esordisce così in una nota Nazzareno Di Matteo, direttore tecnico della Pinguino Nuoto.
“Un altro versante – continua – è quello di cominciare a pensare di sviluppare lo Sport sia come attività di prevenzione sanitaria che come business sostenibile nel tempo, etico, e aperto a quelle riforme sportive che i tempi attuali richiedono. E infine sarebbe importante che il sistema , CONI e Federazioni, venisse riformato per consentire un maggiore ricambio al vertice e un attenzione maggiore al movimento sportivo di base rispetto alle competizioni di alto livello e all`agonismo olimpico.
Paolo Barelli presidente della Federnuoto afferma “Siamo arrivati a un punto drammatico, come sport ragioniamo in positivo ma siamo alla frutta. La realtà è drammatica, lo sport in Italia non si poggia su strutture solide di carattere statale, su una architettura a prova di pandemia, ma si poggia solamente sulla rete delle società sportive che sono messe male, si tratta di entità molto fragili -prosegue Barelli-. Il fatto stesso che non siano soggetti a fine di lucro, che mirano al profitto, li rende già deboli.Magari il tempo e` maturo per un cambiamento di paradigma e di prospettiva dello Sport nel suo complesso”.