“Abbiamo appreso dell’intenzione di «togliere i cordoli della pista ciclabile» da parte del neo-eletto sindaco di Avezzano, nei giorni scorsi; per renderla, a suo dire: «più sicura». Entrambe le piste del capoluogo marsicano sono il frutto di politiche del governo nazionale e dell’Unione Europea tese a ridurre il traffico motorizzato privato nelle città causa d’inquinamento e incidenti mortali; politiche nel senso che sono stati stanziati dei fondi per la loro progettazione e realizzazione. Lo stesso Piano del traffico adottato dal capoluogo marsicano (2003) raccomanda di moderare l’uso delle automobili in città e perciò favorire altri mezzi meno inquinanti e ingombranti per gli spostamenti”. Nemmeno insediato e già arriva un richiamo all’ordine per Gianni Di Pangrazio, neo eletto sindaco della città. La nota è del direttivo del Comitato Mobilità Sostenibile Marsicana-Fiab.
“I cordoli di una pista ciclabile servono – soprattutto in agglomerati che hanno adottato da poco tempo quelle misure – a proteggere i ciclisti dagli automobilisti, non il contrario. Abbiamo chiesto non a caso ai candidati sindaco di collocare nuovamente i cordoli che erano stati eliminati per lo spostamento del mercato, lo scorso 17 agosto. Capita non raramente, di imbattersi in automobili o furgoni fermi o in sosta sul tracciato della Ciclabile nord. Succede lo stesso in periferia nei tratti riservati ai pedoni e delimitati dalle strisce bianche; è noto, in tal senso, il caso di via Samuele Donatoni, impraticabile per chi si sposta a piedi nelle ore della mattinata“, aggiunge il direttivo.
“Eliminare quegli elementi protettivi ridurrebbe di sicuro il numero di ciclisti e disabili che la frequentano. Siamo perciò fermamente contrari a una simile estemporanea idea, in controtendenza rispetto a ciò che realizzano i sindaci di altre città (piccole, medie, grandi) italiane e occidentali, da decenni. Non abbiamo dimenticato lo sfregio della chiusura del tratto ciclabile in via XXIV Maggio in uno dei giorni di maggiore affollamento, da parte del commissario prefettizio.
Ci appelliamo alle locali associazioni ambientaliste e a quelle che operano nel campo della disabilità perché facciano sentire la loro voce alle istituzioni, per impedire questo inutile scempio”, questa conclusione.