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Discarica Vastese, stop dai cittadini al progetto

Nessun monitoraggio dell’ARTA nell’ultimo incendio

Discarica Vastese, stop dai cittadini al progetto

«L’incendio della terza vasca dell’impianto CIVETA e la bocciatura da parte del Comitato VIA della quarta discarica proposta dal privato Cupello Ambiente sta evidenziando da un lato la confusione dei vari soggetti pubblici coinvolti e dall’altro i limiti strutturali dell’ARTA». Lo ha affermato il Comitato per la Difesa del Comprensorio Vastese in merito all’incendio alla terza vasca dell’impianto CIVETA.

L’Assessore Campitelli sostiene che l’esistenza di una capienza residua di 280.000 tonnellate presso la terza vasca oggi sequestrata, a fronte di un fabbisogno annuo del territorio di 30.000 tonnellate, metterebbe al riparo il territorio da qualsiasi emergenza. Dall’altro il Presidente della Commissione Ambiente della Regione Marcovecchio, ex sindaco di Cupello, ha dichiarato testualmente che “Il piano regionale dei rifiuti non prevede una nuova discarica di servizio sul Civeta.

«Per quanto riguarda i primi dati diffusi dall’ARTA – fanno sapere dal Comitato – abbiamo aspettato qualche giorno e la conferenza stampa di ieri per commentarli. Dalla lettura della prima relazione, in cui, a parte quella assai preoccupante del benzene sul sito della discarica in fiamme, mancano sia uno studio di modellistica sulla ricaduta degli inquinanti in modo tale da indirizzare al meglio i campionamenti sulla base dei parametri morfologici del terreno e meteorologici in quelle ore, sia le concentrazioni dei parametri ricercati (che pare siano riportati in una seconda relazione per ora non pubblicata), emerge che l’ARTA non ha campionato varie altre sostanze tra cui le polveri, uno dei parametri cardine della legge sulla qualità dell’aria (D.lgs.155/2010) e uno dei fattori più delicati per quanto riguarda l’impatto immediato sulla salute dell’esposizione nel brevissimo periodo come recentemente confermato da una ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine. Per ogni aumento di 10 microgrammi/mc di PM10 e PM2,5 si ha, il giorno dopo, un immediato aumento della mortalità nella popolazione. Tra l’altro bastava guardare le immagini (a parte vivere quei momenti) per capire che, a causa delle condizioni atmosferiche locali, i cittadini per ore hanno dovuto respirare una nube acre».

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