La mano del destino, crudele, spietata, affonda il colpo là dove nessuno avrebbe mai immaginato.
‘Sei vite spezzate per una tragica fatalità’, ma non è solo questo. Dalla mattina ieri, dal momento dell’impatto dell’elicottero del 118 sulla parete del canalone di Campo Felice, il profilo umano di bontà, altruismo, coraggio e ancora molto di tutto questo, non è più lo stesso. In quel piccolo spicchio di eroi, quelli che abbiamo ammirato emozionati scavare a mani nude sotto la slavina del Rigopiano, quelli che non dormono da giorni, quelli che non temono il pericolo o la stanchezza, si è creato un vuoto che non può essere colmato, e gli interrogativi si susseguono confusi: non si può accettare un destino ingrato.
Sono sei le vittime accertate per la tragedia aerea, purtroppo tutti gli occupanti dell’elicottero del 118 precipitato: due piloti, un medico, un infermiere, un addetto del soccorso alpino e lo sciatore soccorso. Questi i nomi: Davide De Carolis, tecnico dell’elisoccorso del soccorso alpino e consigliere comunale di Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila), Walter Bucci, medico rianimatore del 118 Asl dell’Aquila, Giuseppe Serpetti, infermiere, Mario Matrella, verricellista, Gianmarco Zavoli, pilota. L’elicottero stava trasportando Ettore Palanca, 50 anni, di Roma, ferito agli arti inferiori mentre stava sciando sulle piste di Campo Felice.
Fonte ASIpress
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