“Cosa stia succedendo lo vorremmo capire anche noi: c’è qualche dubbio sulla linearità di questa vicenda, anche perchè la Ico non è in crisi: l’ad ci ha detto che hanno 1600 clienti, produce e sta sul mercato”.
Risponde così all’ANSA Guido Cupido, segretario provinciale Slc Cgil alla notizia della annunciata chiusura dello stabilimento Ico di Alanno per ‘gli alti costi energetici delle bollette’ degli ultimi mesi con la conseguente messa in allarme delle maestranze, circa 35 lavoratori rischiano il posto.
La notizia ha fatto alzare l’attenzione dei sindacati e delle parti politiche.
“La Ico produce carta per imballaggi e con il boom dell’e-commerce questo è un settore in controtendenza – insiste Cupido – quello di Alanno invece è un ramo d’azienda che produce carta per usi domestici specialmente per il mercato Usa.
L’azienda ha parlato anche dell’aumento dei costi dei container, che sono quadruplicati. Ci sarebbe insomma una questione di mercato internazionale. Lo stabilimento fu acquistato anni fa dalla Kimberley Clark con promesse di mantenimento di produzione e maestranze. Noi chiediamo che se proprio questo ramo deve chiudere, i 35 addetti vengano ridistribuiti nelle altre tre fabbriche del gruppo, di cui due nelle immediate vicinanze: in totale la Ico ha 270 addetti, i 35 vanno formati e riqualificati”.