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Estorsione ai danni di una donna di Pescina

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha emesso nei giorni scorsi il decreto di giudizio immediato per un napoletano di 35 anni, da tempo nella Marsica, e per un avezzanese di 34 anni. I reati di cui dovranno rispondere sono estorsione e truffa.

Giorni fa, il Gip del tribunale di Avezzano, la dottoressa Maria Proia, su richiesta del PM Lara Seccacini della Procura di Avezzano, ha emesso un decreto di giudizio immediato a carico di un napoletano di 35 anni – da tempo residente nella Marsica – e un avezzanese di 34 anni.

Entrambi, di fatti, sarebbero i responsabili dei reati di estorsione e truffa ai danni di una donna di Pescina. Sono difesi dagli avvocati Antonio Milo e Mario Del Pretaro. La vittima, secondo la tesi dell’accusa, sarebbe una donna di Pescina, di 55 anni.

I FATTI – I fatti risalgono all’inizio del 2020, quando i due imputati avrebbero costretto la vittima a pagare la somma di mille euro al mese per un non ben precisato debito.

Nel corso della vicenda, la donna sarebbe stata anche costretta a sottoscrivere una dichiarazione in cui riconosceva la propria responsabilità nella causazione di un falso incidente stradale.

Secondo l’accusa, quindi, la pescinese avrebbe ricevuto telefonate e messaggi minatori.

Stanca di subire, ha sporto denuncia contro i suoi estorsori e la Compagnia di Avezzano della Guardia di Finanza si è attivata con indagini ed intercettazioni culminate nel blitz dello scorso febbraio, quando i due sono stati arrestati. In quell’occasione, la vittima, d’accordo con gli uomini delle fiamme gialle che sorvegliavano la scena, si era recata all’appuntamento con i due estorsori. Subito dopo aver ricevuto la somma di denaro di 1500 euro, i due erano stati colti con le mani nel sacco dai pubblici ufficiali.

Con il decreto di giudizio immediato, è stata fissata la prossima udienza dibattimentale del 13 settembre 2021, quando i due imputati, attualmente agli arresti domiciliari, dovranno presentarsi davanti al tribunale di Avezzano, rappresentato dal dottor Paolo Lepidi, per difendersi dall’accusa di estorsione e truffa.

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