Questa sera, lunedì 2 Agosto con doppio turno alle 18.30 e 21.30, Debora Caprioglio apre la stagione Teatrale del Festival con un grande spettacolo dedicato a Maria Callas.
“Sono felice di poter far parte del cartellone del prestigioso Festival di Tagliacozzo”, ha commentato Debora Caprioglio, “Sono molto curiosa di poter esibirmi sul palcoscenico nella magica e particolare atmosfera del chiostro di San Francesco e spero che il pubblico possa apprezzare la mia interpretazione di questa importante figura femminile”.
La nota attrice italiana è Bruna, fedele governante di Maria Callas, al suo servizio dal 1953 al 1977. Lei è stata l’ombra della Callas e come una Vestale, ne custodisce la memoria, i ricordi, l’idea di una donna che ha rappresentato tutta la sua esistenza, per la quale la sua vita ha avuto ed ha ancora una ragione che va al di là del semplice esistere. Bruna rappresenta la semplicità, la quotidianità, quella contingenza davanti alla quale non è possibile valutare il genio, del quale tuttavia si avverte la statura, del quale si venera l’immensità di pensiero, la vastità delle imprese.
Così ascoltiamo la storia che ci racconta e ci troviamo al suo fianco a spiare quasi con vergogna i palpiti di quel cuore, la sua felicità, il suo tormento, tutta la tristezza del mondo. Scritto e diretto da Roberto D’Alessandro con Debora Caprioglio e luci e fonica di Gabriele Neri descrive la leggenda Maria Callas. La sua statura artistica ha diviso il mondo dell’opera in prima e dopo Lei. La sua capacità di interpretazione ha strappato la scena operistica all’affettazione dei gorgheggi fini a sé stessi, ed è riuscita a dare un’armonia ai personaggi del melodramma, mostrando sui palcoscenici di tutto il mondo un’anima in una voce. La Callas nel nostro racconto non è una voce in una donna, bensì una donna con una voce. Cosi la sua vita aldilà della legenda si consumò nella tragedia, vissuta in maniera totale da eroi. Esattamente questa dimensione mitica ha Bruna della Callas. La racconta con fervore e passione quasi religiosa, soffermandosi maggiormente sul tormento della sua anima.