La Regione valuti possibili misure a sostegno delle imprese femminili abruzzesi che saranno tagliate fuori dai finanziamenti nazionali previsti dal Fondo Impresa Donna. E’ la proposta avanzata all’attenzione di Giunta e Consiglio regionale dalla presidente e dalla coordinatrice di CNA Impresa Donna Abruzzo, Linda D’Agostino e Letizia Scastiglia: «Nelle due distinte tornate dedicate dal Ministero dello sviluppo economico alla presentazione delle domande per l’accesso al fondo che incentiva l’avvio e il rafforzamento di nuove attività imprenditoriali legate a progetti innovativi, nei due profili soggetti a finanziamento – imprese di donne con meno di un anno di vita o con più di un anno di attività alle spalle – la risposta delle imprenditrici abruzzesi è stata al di sopra di ogni più ottimistica aspettativa. Secondo i dati di cui siamo in possesso, e che ci ha fornito direttamente il ministero, sono state infatti 167 le domande recepite dal sistema il 19 maggio scorso per la prima misura; e ben 281, il 7 giugno successivo, per la seconda: in totale, dunque, ben 448».
A detta di D’Agostino e Scastiglia si tratta di numeri importanti: «Del resto – aggiungono – le cifre diffuse dal dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti nei giorni successivi, relativi alle prime regioni posizionate in graduatoria, dicono che in proporzione la performance delle nostre imprenditrici non può essere sottovalutata, visto che Lombardia e Lazio, in testa a entrambe le graduatorie, hanno presentato tutte e due 729 domande nel primo caso; 1176 la Lombardia e 978 il Lazio nel secondo. Fatte dunque le debite proporzioni su popolazione assoluta e di imprese, il nostro è un grandissimo risultato».
«Il problema – aggiungono le dirigenti di CNA Impresa Donna – è che però il massiccio afflusso di imprese “in rosa” sui siti ministeriali, nei due giorni di apertura delle domande, ha determinato la chiusura in pochissimi minuti degli sportelli informatici per super intasamento. In sostanza, si è andati molto oltre la disponibilità finanziaria globale, e il tutto ha finito per trasformarsi in una sorta di click day». Da qui, la richiesta alla Regione di sostenere con proprie misure una platea di imprese femminili che ha sempre visto l’Abruzzo all’avanguardia, piazzando la nostra regione ai vertici nazionali: «Si possono studiare misure volte a finanziare le imprese che inevitabilmente saranno escluse dai benefici nazionali, magari con meccanismi originali da valutare con le associazioni d’impresa e le Camere di commercio: in tal senso, la Regione potrebbe farsi girare direttamente dal Mise gli elenchi delle imprese che hanno presentato domanda».