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Fratelli d’Italia si spacca, gruppo marsicano rivendica autonomia

A puntare i piedi contro "ingerenze" da parte di alcuni esponenti aquilani è il nutrito gruppo meloniano che fa capo al consigliere regionale Mario Quaglieri

Il centrodestra marsicano, lacerato da dissidi interni – in linea con quanto accaduto già in Regione e nel capoluogo abruzzese – mostra ancora una spaccatura, in particolare in seno a Fratelli d’Italia.

A puntare i piedi contro quelle che vengono considerate “ingerenze lirisiane” è il nutrito gruppo meloniano che fa capo al consigliere regionale e uomo forte del territorio marsicano Mario Quaglieri, presidente della Commissione Sanità, di cui fanno parte gran parte degli amministratori locali.

I malumori interni, dunque, si sarebbero acuiti a seguito dell’attività portata avanti dall’assessore regionale Guido Quintino Liris, ex vicesindaco dell’Aquila, che in questi mesi ha intessuto rapporti nella Marsica, e in particolare con il sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio.

Dopo il caso Cosimati, arriva un altro colpo segnato dall’esponente dell’esecutivo regionale, legato alle nuove nomine del consiglio di sorveglianza del Consorzio acquedottistico marsicano (Cam).

In particolare, nelle scorse settimane si è svolta l’assemblea per il passaggio di testimone ad Alfredo Chiantini (presidente e consigliere di maggioranza nel comune di Avezzano), Ornello Ernani (revisore) e Sabrina Lucci (componente), ai quali spetterà il compito di proseguire con l’opera di risanamento promossa negli ultimi anni.

E proprio Ernani, ex esponente di Forza Italia, sarebbe espressione del gruppo guidato dall’assessore regionale Liris, vicino anche al sindaco Di Pangrazio, con il quale le interlocuzioni sono ormai costanti.

Di contro, il gruppo di Quaglieri avrebbe indicato il nome di Vincenzo Silvestri per ricoprire il ruolo di Revisore unico del Cam, ma la nomina al momento non è stata ufficializzata per “problemi di natura tecnica”.

Proprio le “intromissioni” del noto politico aquilano, considerato uno dei big del centrodestra abruzzese, hanno scatenato le divergenze tra i due fronti.

Da quanto si apprende da fonti interne allo stesso partito, la frangia marsicana – pur volendo restare in linea con le direttive della leader Giorgia Meloni – rivendica maggiore autonomia decisionale sui territori, puntando il dito contro “la mano aquilana”.

In questo senso è emblematico l’ultimo episodio che ha scisso le posizioni all’interno di Fd’I: l’elezione del Comitato ristretto dei Sindaci.

Da un lato, infatti, c’è la soddisfazione espressa in una nota da Quaglieri e dal consigliere provinciale con delega alla viabilità ed edilizia scolastica Gianluca Alfonsi, che accolgono con piacere la nomina di Luigi Soricone, vicesindaco del Comune di Pescina vicino al gruppo marsicano di Fd’I; dall’altro ci sono le parole di Benedetta Fasciani, coordinatore marsicano dei meloniani, vicina all’ala “lirisiana”, che è di tutt’altra opinione.

Fasciani – augurando buon lavoro al neo eletto – parla addirittura di una “ulteriore occasione persa”, riferendosi al comune di Tagliacozzo, che invece ha fatto un passo indietro dichiarandosi “primo sponsor di Pescina”.

Ad assestare un primo, duro, colpo rispetto alla posizione espressa dal coordinatore è il sindaco della città di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio, che non appena ha inteso che anche il Comune di Pescina aspirava a far parte del comitato ha ceduto il passo al sindaco del Comune siloniano, Mirko Zauri.

“Nessuna occasione persa per Tagliacozzo”, ha replicato il sindaco in una nota, con palese riferimento proprio alle parole della Fasciani.

Di fatto il trait d’union tra i due amministratori ha fatto saltare qualsiasi altra ipotesi, certificando – come sottolineato da Giovagnorio – una vittoria del territorio e dell’unione di intenti in ambito sanitario.

La spaccatura di Fd’I non arriva come un fulmine a ciel sereno, ma affonda le sue radici nel periodo della campagna elettorale del capoluogo marsicano.

In particolare, i dissidi sarebbero iniziati già al momento della composizione delle liste e a seguito del tavolo programmatico di Fd’I, a cui ha preso parte – in una fase iniziale – anche l’attuale consigliere di maggioranza Nello Simonelli, poi auto-sospesosi dal partito per correre tra le fila civiche a sostegno di Di Pangrazio.

Le indecisioni dei meloniani in quella sede – sui nomi che avrebbero poi composto la lista – di fatto hanno causato l’allontanamento di alcuni esponenti che hanno dunque preso le distanze: alcuni restando in Fd’I, altri uscendo senza troppi problemi dalla porta principale.

Tra l’altro, proprio il gruppo che fa capo a Quaglieri avrebbe cercato a più riprese un confronto interno con il partito per discutere sul risultato di Fd’I, fermo al 6,6%. Un risultato non in linea con i numeri a livello nazionale, ma anche regionale, che vedono il partito della Meloni in ascesa.

Insomma, gli esponenti marsicani chiedono ormai da mesi un’analisi delle elezioni: per fare un’autocritica di ciò che non ha funzionato e valutare come procedere in futuro, ma sembra che i vertici meloniani non abbiano intenzione, almeno per il momento, di fare questo lavoro di esame introspettivo.

Simonelli, intanto, ha presentato una domanda di adesione al partito di Fratelli d’Italia, cercando di rientrare tra le fila dei meloniani, che però hanno rifiutato l’istanza: alla base del niet c’è proprio il fatto di essersi candidato a sostegno dell’attuale sindaco, civico, con un passato nel centrosinistra.

Pur non rientrando ufficialmente, però, il giovane consigliere è molto vicino all’ala meloniana facente capo al presidente della Commissione Sanità, come dimostrato in diverse occasioni in cui ha firmato note congiunte proprio con gli esponenti in questione.

Ora la patata bollente passa in mano a Roberto Alfatti Appetiti, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia, e ai vertici regionali del partito che dovranno sanare una cesura già molto profonda.

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