Il Gruppo della Guardia di Finanza di L’Aquila, diretto dal Ten. Col. Luca Lauro, ha condotto un’attività di
Polizia Giudiziaria, dapprima d’iniziativa e, successivamente, delegata dalla locale Procura della Repubblica,
tesa alla verifica di indebite percezioni di contributi da parte di alcuni tesserati di una ASD – associazione
sportiva dilettantistica avente sede nella provincia di L’Aquila.
Nel corso del controllo, scaturito da una segnalazione del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie di Roma, è risultato che i collaboratori tesserati dell’ASD in questione avrebbero richiesto, ed ottenuto, attraverso false attestazioni, l’indennità “Collaboratori Sportivi” introdotta dall’art.96 del D.L. 18/2020 (c.d. Decreto Cura Italia), a seguito dell’emergenza epidemiologica COVID-19.
L’indebita percezione è legata al fatto di non aver mai percepito, neanche sotto la forma del “rimborso spese”, alcun compenso sportivo prima dell’avvento dell’emergenza pandemica, conditio sine qua non per poter presentare l’istanza per l’ammissione al beneficio economico in questione. I collaboratori sportivi hanno ottenuto la prebenda pubblica con la compiacenza del presidente e del segretario amministrativo dell’ASD, allegando nella domanda accordi di rimborso spese predatati e posticci. L’attività investigativa ha permesso di segnalare alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di L’Aquila 32 soggetti e di accertare, anche a seguito dell’effettuazione di perquisizioni e di mirate acquisizioni documentali, che i dirigenti dell’A.S.D. sono stati i promotori del disegno criminale, teso a far percepire, contra legem, l’aiuto economico ai giovani tesserati dell’associazione.
Nello specifico, i due responsabili dell’associazione avevano ideato e predisposto gli accordi di rimborso spese retrodatati, contattando ogni singolo giocatore, attraverso la piattaforma di messaggistica istantanea WhatsApp, facendosi mandare la foto delle firme, che, successivamente, avevano scansionato e riportato sugli accordi stessi, allegati alle domande presentate, facendo, indebitamente, ottenere ai tesserati (molti dei quali all’epoca dei fatti minorenni) l’indennità collaboratori sportivi per gli anni 2019/20 e 2020/21 per complessivi Euro 115.000. Sulla base di tali evidenze investigative, la Procura della Repubblica di L’Aquila richiedeva, ed otteneva, dal G.I.P. presso il locale Tribunale, un provvedimento di sequestro preventivo (ex art. 321 c.p.p.) nei confronti dei due dirigenti dell’ASD della somma indebitamente ottenuta mediante artifizi e raggiri in danno delle Casse statali.
La rilevanza dell’attività condotta dalle Fiamme Gialle aquilane consiste nell’aver recuperato somme di denaro che erano state elargite dallo Stato in uno dei momenti di maggior difficoltà attraversati dalla Nazione. Tale normativa emergenziale (dal Decreto Cura Italia ai successivi) aveva come scopo quello di fornire aiuti in denaro a coloro i quali avevano, a causa della pandemia e del conseguente stop forzato alla maggior parte delle attività, ricevuto una cospicua riduzione del proprio reddito.
Nel caso di specie, la normativa prevedeva la corresponsione di aiuti ai tesserati delle società sportive
dilettantistiche che erano stati, forzatamente, fermati e, pertanto, non potevano ricevere i compensi previsti dai contratti stipulati. La truffa in danno dello Stato è consistita nel formare, successivamente alla data di emanazione dei provvedimenti governativi di sussidio, contratti di collaborazione, appositamente retrodatati, che prevedessero a favore dei tesserati dei rimborsi, che, nella realtà, non erano mai stati concordati né versati in precedenza.
L’operazione di servizio rientra nelle attività della Guardia di Finanza a tutela della spesa pubblica, settore
centrale in questo particolare momento storico (soprattutto, con riferimento ai fondi COVID).
Ancora una volta, va evidenziato il lavoro certosino effettuato dai Finanzieri, che, anche mediante una penetrante attività di verifica fiscale, sono riusciti a ricostruire le modalità delle condotte ai danni dello Stato.
L’articolata attività investigativa, condotta nell’ultimo anno e mezzo, è stata avviata a seguito della segnalazione pervenuta dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie di Roma, a dimostrazione di quanto le sinergie fra gli organi centrali ed i Reparti operanti sul territorio siano necessarie allo scopo di interrompere la consumazione di condotte del medesimo tipo di quelle descritte.
Tutto è stato comunque reso possibile dalla puntuale e costante opera di direzione e coordinamento delle indagini svolta dalla Procura della Repubblica di L’Aquila.