“Non possiamo e non dobbiamo dimenticare. Anzi, il nostro impegno deve essere quello di trasmettere alle future generazioni quanto avvenuto tra il 1943 e il 1945 nel confine Orientale, le atrocità di uno dei momenti più bui della nostra storia, di far comprendere l’importanza del rispetto della Dignità umana e di diffondere ogni giorno una cultura della Pace fatta di tanti piccoli gesti di Umanità, e capace di fare la differenza nelle vite di ogni donna, uomo, bambino e bambina”. Lo ha dichiarato il Presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, in occasione del Giorno del Ricordo.
“Gli italiani torturati, uccisi e gettati, in alcuni casi ancora vivi, nelle foibe tra Istria, Fiume e Dalmazia. L’esodo di quanti fuggirono dal terrore. Nei report della Croce Rossa vengono riportati molti degli orrori di quei giorni che furono segnati anche dall’arresto di personale della CRI impegnato a dare conforto alla popolazione. La storia è testimone dell’impegno del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC) per la liberazione dei prigionieri italiani nei campi di concentramento, tanto quanto del supporto ai civili in fuga e a quanti a bordo di un terno poi ribattezzato ‘Treno della Vergogna’, fuggirono da quelle violenze. Davanti a tutto questo – ha sottolineato il Presidente Valastro, facendo riferimento ai recenti fatti di cronaca -, la vandalizzazione della foiba di Basovizza, luogo simbolo della memoria, appare quantomai irrispettosa e inaccettabile. Come allora, oggi viviamo in un momento di gravi crisi in cui spesso la Dignità umana e il Diritto Internazionale Umanitario non vengono rispettati. Le violenze che si verificarono nel corso della Seconda guerra mondiale e nei periodi immediatamente successivi, tanto quanto le moderne manifestazioni di odio che giungono dalle zone interessate da conflitti, non inducano il mondo a pensare che nelle guerre tutto sia permesso. La Croce Rossa Italiana è impegnata, come tutte le Consorelle del Movimento, a contrastare questo sentimento di ‘abitudine’ fonte di una indifferenza diffusa che non possiamo permetterci di tollerare. Dal passato ai nostri giorni, è più che mai viva la necessità di un maggiore impegno al ricordo, alla valorizzazione di quello che è stato, affinché non si ripeta”.